A quale Paese devo tornare?

fonte: Avvenire.it

Questo cartello è apparso al raduno di Pontida della Lega Nord. Ha scatenato un botta e risposta sul quotidiano Avvenire, diretto da Marco Tarquinio. Ho inviato la lettera seguente al direttore. Non mi è stata pubblicata, la pubblico qui.

Caro Direttore,
sono un lettore occasionale e piuttosto particolare di Avvenire. Ad esempio, leggo con interesse gli interventi del collega Fulvio Scaglione, uscendone sempre arricchito.
Mi inserisco nel solco delle due lettere (prima e seconda) apparse recentemente in rubrica. Sono in particolare solidale con la signora Samanta che ha subito minacce. Invito la signora a denunciare tempestivamente all'autorità quanto accaduto.
Sono uscito formalmente dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana per professione di apostasia e perché nel paese in cui lavoro pagherei più tasse se contassi come cattolico. Sono ateo - più precisamente apateista - e sostenitore dell'UAAR, ma non ho mai fatto una tessera. Le scrivo a nome mio personale, e solo me rappresento.
Per me lo spazio pubblico deve essere neutrale. Il "muro bianco", spoglio di simboli di parte, rappresenta l'incontro di tutti i colori, di tutte le convinzioni religiose e filosofiche. Questa richiesta è legittima indipendentemente dal paese di origine. In teoria uno potrebbe venire anche dallo spazio siderale.
Ho alcune domande su cui mi piacerebbe ricevere un Suo commento.
  • Secondo Lei, cosa si intende con la frase «se non vuoi il crocifisso, torna al tuo Paese» quando diretta a chi viene da paesi dove i crocifissi sovrastano i pubblici uffici? In particolare le scuole, gli ospedali, i tribunali, le carceri? Sono italiano da almeno un secolo e mezzo, ancora mi chiedo a quale Paese dovrei tornare. Inoltre, osservo che - rispetto alla mia "italianità" - l'uso capillare del crocifisso in Italia è solo una recente introduzione (anni 1920-1930), di fatto superata dal nuovo assetto repubblicano e costituzionale.
  • Secondo Lei, dipingere gli "atei, [...] musulmani, [...] gay, [...] protestanti [e luterani]" come "coloro che molto spesso sputano al Crocifisso" potrebbe veicolare dei pregiudizi negativi nei confronti di tali gruppi? Potrebbero tali pregiudizi rinforzare discriminazioni vecchie e nuove, piuttosto gravi in Italia per come si sta determinando il discorso pubblico?
La ringrazio per lo spazio concessomi. Buon lavoro.

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