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Visualizzazione dei post da agosto, 2018

Non esiste nessun demiurgo - parte 3

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Senza un mondo in cui vivere, senza un tempo da trascorrere, senza avventure da intraprendere, i nostri personaggi erano confinati nella fantasia di ciascuno, le nostre schede erano carta straccia. Ci trovammo all'improvviso nel nulla. Pregammo Francesco ( il mio primo master e master dell'intero gruppo prima di me ) di guidare il prossimo gioco: il massimo che ottenemmo furono nuove schede di personaggi che mai nessuno interpretò. Qualcosa di simile a un'idea mai pensata. Ci saremmo potuti accontentare di giochi di ruolo "normali", come guardie e ladri o cose simili, ma il fascino e la complessità di quel gioco erano inarrivabili. Mi ricordo ancora che ci siamo posti lucidamente il problema. Eravamo sempre a casa di Marco ( di cui ho già raccontato le grandi doti strategiche ) e scalpitavamo per capire come uscire da questa situazione. Fu vano volgersi all'impegnatissimo Giovanni, il master degli altri prima che li affidasse a Francesco. Realizzammo su

Non esiste nessun demiurgo - parte 2

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Sette locuste grandi quanto cavalli muovevano disperate alla ricerca di cibo da masticare: manicaretti come noi avventurieri potevamo fare al caso. Eravamo in inferiorità numerica, io preferivo bersagliare le bestie dalla distanza, magari intrappolarle con dei fili magici appiccicosi che facilitassero la loro eliminazione o la nostra fuga. Guardate, ci furono polemiche: secondo il gruppo, ero uno scellerato a sprecare con così tanta leggerezza il potere magico che custodivo. In particolare venni screditato da Marco, che apparentemente ne sapeva più dentro e fuori dal gioco e quindi ogni sua posizione diventava decisione. Feci quindi un passo indietro. Fonte: rpg.net I miei compagni di peripezie, invece, si fiondarono risoluti contro le locuste, facendone fuori ahimé soltanto una a causa di una serie sfortunata di eventi; [0] furono accerchiati poco dopo. Quelle locuste secernevano uno stranissimo veleno, che paralizzava i malcapitati senza però far perdere loro coscienza.