tag:blogger.com,1999:blog-66062210493855734262024-03-14T03:05:54.730+01:00(AD)ΔΙΩRAMAPocoLigioAll'Ufficialità!ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.comBlogger48125tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-86145803193852047582020-05-25T14:21:00.003+02:002023-04-06T19:55:55.671+02:00Wen-sday, NO Wednes-day (oppure: come si pronuncia "mercoledì" in inglese)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/_Y9EZcw5zaA/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/_Y9EZcw5zaA?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
Non so come sono arrivato a questo video che ha ormai 10 anni. Mi faccio una risata imparando pure qualcosa di utile. (continuo a dire <i>wednesday</i> come se fosse un <i>weddings' day</i>...)<br />
<br />
Due note.<br />
- Per un italiano la parte più difficile sia prima capire che in italiano esistono due tipi di esse e due tipi di zeta (dice mia madre <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Affricata_alveolare_sorda">"lo zucchero non è dolce"</a>). Superato questo scoglio, scoprirà che l'inglese non ha la differenza fra s sorda e s sonora. Tutto diverrà più semplice.<br />- La vocale dell'"uomo morto" (<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Scev%C3%A0">lo scevà: ə</a>) mi ha fatto scompisciare. In italiano non c'è ma in tante altre lingue in Italia o in italiani regionali esiste.ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-61136251977327652202019-08-07T12:32:00.002+02:002019-08-07T12:32:51.012+02:00L’inversione di Andromaca<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-QrUl9Ce7TWQ/XUqoac6JtsI/AAAAAAAAAMw/ZejI7uGW3GYl8v9qnQwJ5dHPtce_bURKACLcBGAs/s1600/7f8ba85d3c270d2ffb35d43fc0731080.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="790" src="https://1.bp.blogspot.com/-QrUl9Ce7TWQ/XUqoac6JtsI/AAAAAAAAAMw/ZejI7uGW3GYl8v9qnQwJ5dHPtce_bURKACLcBGAs/s1600/7f8ba85d3c270d2ffb35d43fc0731080.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Ettore e Andromaca (1963), de Chirico, Firenze</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Andromaca cara,<br />Ti aspetto e ti ardo.<br /><br />Persi lo smalto<br />dopo quella vicenda,<br />dove sconfissi il mostro<br />e vincemmo la guerra.<br /><br />Rimasi menomato,<br />affranto ma felicemente<br />pieno del nostro<br />piccolo focolare.<br /><br />Non immaginavo però<br />che davanti al camino<br />dovessi stare sempre io,<br />ad alimentare un fuoco sempre<br />un attimo prima che si bruci.<br /><br />Sorte vuole che mia corazza<br />è la pazienza,<br />mio scudo<br />l'ironia.<br />Condividere lo stesso talamo<br />e non le stesse vite...<br /><br />Guarda: può starmi anche bene<br />se fai il tuo bene.<br />Rimani incorruttibile<br />così come sei<br />e noi saremo incorruttibili<br />insieme.<br /><br />Ti aspetto e ti ardo.<br />Tuo.<br />
<br />
<i>(l<b>’</b>avevo scritta <a href="https://isolarturo.blogspot.com/2014/04/linversione-di-andromaca.html">per questo blog</a> e la riposto qui)</i>ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-58369598790969192562018-08-18T11:27:00.001+02:002018-08-18T11:27:39.894+02:00Non esiste nessun demiurgo - parte 3<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; page-break-before: always;">
Senza un mondo in cui vivere, senza un tempo da trascorrere, senza
avventure da intraprendere, i nostri personaggi erano confinati nella
fantasia di ciascuno, le nostre schede erano carta straccia. Ci trovammo all'improvviso nel nulla.<br />
Pregammo Francesco (<a href="https://addiorama.blogspot.com/2018/07/non-esiste-nessun-demiurgo-parte-1.html">il mio primo master e master dell'intero gruppo prima di me</a>)
di guidare il prossimo gioco: il massimo che ottenemmo furono nuove
schede di personaggi che mai nessuno interpretò. Qualcosa di simile a un'idea
mai pensata.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; page-break-before: always;">
Ci saremmo potuti accontentare di giochi di ruolo "normali",
come guardie e ladri o cose simili, ma il fascino e la complessità di
quel gioco erano inarrivabili. Mi
ricordo ancora che ci siamo posti lucidamente il problema. Eravamo sempre
a casa di Marco (<a href="https://addiorama.blogspot.com/2018/08/non-esiste-nessun-demiurgo-parte-2.html">di cui ho già raccontato le grandi doti strategiche</a>) e scalpitavamo per capire come uscire da questa
situazione. Fu vano volgersi all'impegnatissimo Giovanni, il master degli altri prima che li affidasse a Francesco. Realizzammo subito che uno di
noi doveva condurre il gioco, ma il problema era che nessuno voleva farlo. Era visto sì come
un ruolo necessario (sennò il gioco non funziona), ma quel
giocatore è privo di personaggio, non poteva essere così importante
come i protagonisti della storia! In più c'era da impararsi fiumi di
pagine per capire come funziona il mondo, inventarsi una storia,
tenere in ordine i conti e gli appunti... bisognava <i>studiare</i>, e a noi <span class="st">—</span> che lavoravamo come studenti e non eravamo nemmeno pagati per farlo <span class="st">—</span> ci sembrava <i>una faticaccia</i>...</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Mi
proposi per questa faticaccia, sempre nell'ottica di compiacere gli
altri e venire incontro a degli interessi tutto sommato comuni. Per
me fare il master voleva dire andare in porta al gioco del pallone:
uno che non corre, che sta fra i pali e non avrà mai l'ebrezza di
segnare una rete, che al massimo evita che la segnino gli altri. Al
tempo credevo che il calcio fosse noioso per colpa del portiere
perché parava i gol, cioè il momento più emozionante del gioco.
L'ultimo arrivato della compagnia si prestava quindi a giocare di
meno degli altri per il bene di tutti. Una "mossa" che al
giorno d'oggi non rifarei con la consapevolezza del ruolo che avevo
allora.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Faticaccia
effettivamente fu. Francesco ormai aveva altri interessi e
non aveva alcuna intenzione di stare appresso a 'sti scugnizzi cacacazzo,
nemmeno per un suggerimento all'ultimo arrivato che ne "ereditava"
il ruolo: lo vidi una volta o due col fratello minore di Marco a giocare al
videogioco del pallone <span class="st">— </span>noiosissimo, c'erano pure i portieri. Gli
strappai al massimo qualche benedizione non troppo convinta.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
L'edizione di Dungeons & Dragons era cambiata radicalmente (era
la terza, <i>D&D 3ed.</i>) e fu uno spartiacque fra i giochi di ruolo
precedenti e quelli successivi: dovetti quindi imparare delle
meccaniche totalmente nuove senza che potessi ricevere dritte da
qualcuno. Ero pur sempre l'ultimo arrivato: significava ogni volta
negoziare quel ruolo di cui gli altri mi investivano, qualcosa di
totalmente diverso da una persona più grande, con un'esperienza di
gioco longeva e un <i><span style="background: transparent;">aplomb</span></i>
da galantuomo anche quando augurava il peggio al tuo personaggio:
<i>"Devi morire"</i>.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-8GSTtzKl1fQ/W23KwLHEC1I/AAAAAAAAALI/sJsPiqiHhIUeei91DY5-H0s_9w6M-cazwCLcBGAs/s1600/629558_mrcreeep_godeater.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1177" data-original-width="473" src="https://4.bp.blogspot.com/-8GSTtzKl1fQ/W23KwLHEC1I/AAAAAAAAALI/sJsPiqiHhIUeei91DY5-H0s_9w6M-cazwCLcBGAs/s1600/629558_mrcreeep_godeater.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una delle rare apparizioni pubbliche di Francesco. Si dice che il suo ricordo echeggi nei personaggi controllati dai master che gli sono succeduti. Esempio: nei villaggi che hanno attraversato i protagonisti delle mie storie, ogni mendicante mancava poco diventasse l'abominio dei loro incubi, fattosi carne per ingurgitarli. Fonte: <a href="https://www.newgrounds.com/art/view/mrcreeep/godeater">newgrounds</a> </td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Con
la diffusione capillare della rete domestica non è più un problema
trovare risorse sul gioco. Il confronto sui forum e i
download di stramacchio sono di facile accesso, basta semplicemente
volerlo. [0] Ai tempi, che non avevo internet, mi preparai un'estate
intera su tre manuali voluminosi che ci aveva prestato il fratello maggiore di
Marco, negoziante di quel buco asfissiante dove ti incontrai per la
prima volta, Volpe, e dove si ritrovava tutto l'agro per condividere
le passioni di <i>pazzielle</i>, giornaletti e affini. Un prestito insomma
impegnativo che non potevo deludere. La mia attività giornaliera era
l'assimilazione precisa di tutto l'assimilabile, non avevo mai
studiato con così tanta dedizione. Era una responsabilità pesante
impararsi da solo qualcosa di totalmente nuovo, spiegarla agli altri
e dare una quadra al tutto.<br />
Mi ero quindi proposto per una missione più difficile di preparare un esame, a convincere cioè un luminare che in qualche modo tu sei degno di entrare nella sua cerchia di sapienti. Si trattava invece di rendere sapienti gli altri, molto più simile alle funzioni del docente di un corso introduttivo all'università. Questi corsi sono tenuti tipicamente da professoroni con esperienze di insegnamento decennali, assumendo che siano padroni della materia <span class="st">— cioè master! </span><span class="st"><span class="st">— e sappiano donare a degli scavezzacollo di qualsiasi risma lo spirito giusto e l'equipaggiamento adatto per affrontare le successive imprese.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Tornata
la scuola a settembre, riprendemmo a giocare con me come master.
Comprai con i soldi miei una storiella introduttiva che mi aiutasse
passo dopo passo nella conduzione di un'avventura del gioco. Mi resi
conto che lo "stile" di conduzione di Francesco era
profondamente diverso dal mio, al netto delle differenze anagrafiche.
Francesco non è mai stato fedele alle regole e le piegava alla
bisogna. In più, dissuadeva i giocatori da impararle ed era
piuttosto riluttante al contraddittorio, forte anche del fatto che
come master poteva troncare la discussione in qualsiasi punto e
decidere per sé e per tutti. Nessuno sa effettivamente quanto
Francesco padroneggiasse le regole, ma di fatto non ci veniva nemmeno
in mente di metterlo in discussione. Non ce n'è mai fregato, non era
rilevante, per noi svolgeva bene il suo ruolo e tanto ci bastava.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Io
avevo un approccio opposto: per quanto forte del mio "studio",
cedevo sempre alla polemica regolistica perché (poteva capitare)
non ricordassi più punti e non sapevo come reagissero insieme. Per
me era un modo per saperne di più e anche per insegnare agli altri
quello che avevo appreso. Invitavo anzi alle opportunità di
approfondimento, visto che stavamo imparando tutti in quel momento.
Ero fiducioso che con la volontà e una certa dialettica saremmo
riusciti a sbrogliare qualsiasi cavillo. Una fiducia quasi
"positivista", a rivedermi indietro com'ero un tempo.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Quello
che per me era l'approccio perfetto si trasformò in un inferno. La
mia apertura a qualsiasi dialogo fu interpretata come una debolezza
nella conduzione. Gli attriti arrivarono subito, mi ricordo in
particolare di quel Luca che questionava ogni pie' sospinto, o di
Marco che scombinava sempre le carte in tavola e voleva fare cose
complicate. Era per me una situazione inedita e dovetti imparare a
improvvisare, a inventarmi una consistenza anche dove non c'era,
perfino nelle meccaniche!</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Scoprii
che avevo un gruppo di rompipalle. Da una parte c'era chi
interpretava le regole a sua immagine (se non proprio inventandosele,
quelle facce come il culo), dall'altra gli sbadigli abbondavano
perché il gioco poteva bloccarsi su una minuzia anche per una buona
mezz'ora. Nessuno <span class="st">—</span> dico: nessuno <span class="st">—</span> aveva intenzione di imparare quei
cazzo di manuali come si dovesse. Erano lì per giocare. Punto. <i>(continua)</i><br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<b>***</b></div>
<br />
[0] Questo, incidentalmente, è anche il motivo per cui non
tollero oggi un certo tipo di gioco "videogiocato" e
senz'anima.<i> </i></div>
ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-8596236173946940032018-08-09T23:02:00.003+02:002018-08-18T11:35:47.339+02:00Non esiste nessun demiurgo - parte 2<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Sette locuste grandi quanto cavalli muovevano disperate alla ricerca
di cibo da masticare: manicaretti come noi avventurieri potevamo fare
al caso. Eravamo in inferiorità numerica, io preferivo bersagliare
le bestie dalla distanza, magari intrappolarle con dei fili magici
appiccicosi che facilitassero la loro eliminazione o la nostra fuga.<br />
Guardate, ci furono polemiche: secondo il gruppo, ero uno scellerato
a sprecare con così tanta leggerezza il potere magico che custodivo.
In particolare venni screditato da Marco, che apparentemente ne sapeva
più dentro e fuori dal gioco e quindi ogni sua posizione diventava
decisione. Feci quindi un passo indietro.<br />
<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-DfgXCH1_VPQ/W2cZ5SMx9eI/AAAAAAAAAK8/cWFRm0NXbLYM1seuvPr2t3Ei8xJI80APACLcBGAs/s1600/insswaat.gif" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="300" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-DfgXCH1_VPQ/W2cZ5SMx9eI/AAAAAAAAAK8/cWFRm0NXbLYM1seuvPr2t3Ei8xJI80APACLcBGAs/s320/insswaat.gif" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fonte: <a href="https://forum.rpg.net/showthread.php?717061-Let-s-Read-AD-amp-D-2e-Dark-Sun-Monstrous-Compendium-Appendix-Terrors-of-the-Desert&s=9e3256150dd344cb9bca02e6a461c37f&p=17753944#post17753944">rpg.net</a></td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; page-break-before: always;">
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
I miei compagni di peripezie, invece, si fiondarono risoluti contro le
locuste, facendone fuori ahimé soltanto una a causa di una serie
sfortunata di eventi; [0] furono accerchiati poco dopo. Quelle locuste
secernevano uno stranissimo veleno, che paralizzava i malcapitati
senza però far perdere loro coscienza. I miei compagni furono colti
dal veleno e caddero a terra, guardando coi propri occhi
sopraggiungere la morte. Gli insetti affamati attraversavano
lentamente le armature di metallo, con fauci deboli ma determinate.
Io, in disparte, dalla distanza, osservano la scena inerme e senza
soluzioni. Sentivo nella mente le voci disperate di chi aveva
sottovalutato il pericolo e che poco prima mi aveva contraddetto, ma
che ancor prima mi aveva salvato dalla prigionia. [1]</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Sarei
potuto fuggire a gambe levate e tentare di sopravvivere in queste
caverne disgraziate, oppure fare uno slancio eroico per allontanare
le locuste da quegli avventati, nella speranza che qualcuno si
riprendesse per tempo dal veleno. Fui colto dal ricatto morale - e
dalle lamentele fuori dal gioco, in particolare dello stesso Marco -
di soccorrere quelli. Dopo aver miseramente fallito le formule per
l'apparizione della ragnatela, ed evidentemente non avendo intimorito
delle locuste affamate con il ruggito magico di un puma illusorio, dovetti
ingegnarmi di sana pianta un piano folle: attrarre gli insetti con le
mie razioni di cibo lontano dagli altri, avvantaggiato dalla fitta
rete di cunicoli che mi precedeva. La mia incolumità venne in
secondo piano se pesata con la riconoscenza che dovevo a quei pazzi.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Con
un urlo degno di una foresta, trassi l'attenzione delle locuste al
mio esile corpicino. Si diressero verso di me ronzando, provai a far
perdere le mie tracce per i fitti cunicoli di bivio in bivio e
confondendole talvolta con il cibo che mi ero portato dietro. Un vero
peccato che avevo solo due razioni. L'imbecillità dovuta alla
responsabilità opprimente di salvare da morte certa sei persone (fra
cui me) non mi fece "razionare" le razioni, in modo da
poterle gettare per più di due bivi. Non fu sufficiente, fiutarono il mio sudore: un distillato di paura. Mi
assalirono e, solo con gli stracci a coprirmi, fui mangiato per
primo rispetto al resto della compagnia.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Già
solo quella occasione - una simulazione prodotta dal nostro cervello
per il nostro cervello - si possono trarre tanti "insegnamenti"
senza affrontare nella vita vera situazioni anche solo pericolose un
millesimo del pericolo di locuste giganti antropofaghe. Alcuni
esempi: [2]<br />
<ul>
<li>il principio di autorità è fallace, a maggior ragione nei
campi che non le competono - cosa vuole sapere di magia UN NANO?!</li>
<li>l'eroismo è buono solo per chi ne ha le possibilità, altrimenti
farai la fine di un piatto per locuste... e comunque finiremo tutti
mangiati dagli insetti!</li>
<li>il gesto più eroico è l'opera devota alla
riduzione della necessità di eroismo. [3]</li>
</ul>
Dopo
lo sterminio della compagnia, [4]
Francesco si guardò dietro e capì che si era scocciato presto a
fare il master a dei mocciosi.<br />
Ci trovammo all'improvviso nel nulla.
Senza un mondo in cui vivere, senza un tempo da trascorrere, senza
avventure da intraprendere, i nostri personaggi erano confinati nella
fantasia di ciascuno, le nostre schede erano carta straccia. <i>(<a href="https://addiorama.blogspot.com/2018/08/non-esiste-nessun-demiurgo-parte-3.html">continua</a>)</i></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="text-align: center;">
***</div>
<br />
[0] In estrema sintesi: colpisci se sul dado esce
un numero alto, altrimenti manchi il bersaglio. Sono usciti tutti
numeri bassi.<br />
[1] Il mio personaggio
era stato trovato in queste anonime segrete, incatenato a un destino
di morte per fame. Urlare sarebbe stato inutile se non passasse
proprio di lì, per caso, la compagnia. Se la memoria non mi inganna,
fu proprio il personaggio di Marco a liberarmi.<br />
[2] Qui meriterebbe un approfondimento.<br />
[3] Una reinterpretazione machiavelliana di un insegnamento di Brecht-Galileo. Volpe, puoi ritrovare un commento curioso <a href="http://www.lachiavedisophia.com/blog/sventurata-la-terra-bisogno-eroi/">qui</a>.<br />
[4] in gergo, <i>Total Party Kill (TPK)</i>. Un tentativo di definizione <a href="https://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/TotalPartyKill">qui</a> (aprite il link a vostro rischio) e alcune scuole di pensiero (ad esempio <a href="https://www.gamegrene.com/node/923">qui</a> o anche <a href="https://rpg.stackexchange.com/questions/53880/what-to-do-when-i-accidentally-kill-the-whole-party?rq=1">qui</a>) su come affrontare o evitare l'eventualità... al netto che non si voglia fare un massacro dei personaggi per superiori finalità di trama. <i>Unglücklich das Land um die Ecke, die TPK nötig hat.</i></div>
ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-7924136695831859962018-07-27T16:28:00.002+02:002018-08-13T10:28:53.411+02:00Non esiste nessun demiurgo - parte 1<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">Ciao
</span><span style="font-style: normal;">Volpe</span><span style="font-style: normal;">.</span>
Ora che ti sei laureata e puoi subire smottamenti, ti confesso un
segreto: non esiste nessun demiurgo.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Quello
che tu attribuisci a una figura mitica è la proiezione di ciò che
magari vorresti essere, o forse in cui riponi un eccesso di stima.
Sta di fatto che il "demiurgo" è il complemento di ciò
che sei. Ciò che non sei lo proietti in qualcosa di metafisico,
oppure in esseri - seppur fisici - comunque ritenuti possessori di
capacità soprannaturali. Questo può essere in qualche modo un
meccanismo che aiuta in momenti difficili. Alla lunga, però, rischi
di delegare una tua realizzazione a soggetti terzi, quand'anche
inesistenti, provocando quindi un'inibizione delle tue possibilità.
Mi dispiace scombussolare un tuo pensiero, ma - nelle funzioni che mi
attribuisci - ci sarà pure quella di dissolvere i veli che ammantano
il reale... <i>no?</i></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Ik9l5MN-Qwk/W1snaytYzNI/AAAAAAAAAKw/lP1GrcnCIGcDBMRm5m7al5vi9Arx0wZHACLcBGAs/s1600/NoAncientOfDays.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="546" data-original-width="385" src="https://1.bp.blogspot.com/-Ik9l5MN-Qwk/W1snaytYzNI/AAAAAAAAAKw/lP1GrcnCIGcDBMRm5m7al5vi9Arx0wZHACLcBGAs/s1600/NoAncientOfDays.png" /></a></div>
<br />
<br />
Vorrei
raccontarti una storia di "emancipazione", sperando che ti
aiuti a metabolizzare il concetto. Per tutta una serie di motivi,
appena approdato alle scuole rivestii il ruolo di "debole",
una persona con cui non avere nulla a che fare se non per dileggiarla o dietro interesse. Queste dinamiche si sono riprodotte anche
fuori dalla scuola, nei parchi e per la strada. Fenomeni di bullismo
non ce ne sono stati, sono io che decidevo di subire certe
vessazioni: nel mio mondo ideale non capivo perché gli altri
dovessero comportarsi male con me e, quindi, proiettavo questa idea
nel materiale, alimentando le contraddizioni per il puro gioco di
evidenziarle. Un
"porgi l'altra guancia" consapevolmente sbagliato e
masochista, buono solo a crogiolarmi nella mia supposta giustezza e
superiorità morale. Mi presi delle scazzottate anche pesanti per i
miei standard, ma fortunatamente senza conseguenze a lungo termine...<br />
...A parte una cicatrice in fronte che mi feci spaccandomi la testa nella palestra delle medie. Volevo scansarmi la moda
del momento, uno schiaffo in fronte chiamato "frontalino", ad opera di
un filosofo musicista che ogni tanto vedo ancora. Presi in pieno uno spigolo vivo.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Quello
che in realtà più mi faceva soffrire era l'emarginazione. Provavo a farmi
"accettare" facendo leva su interessi in comune, ma non
funzionò instaurare nemmeno rapporti "di comodo". Questo
ruolo mi si è calzato per tanto tempo e ho dovuto trovare la mia
strada - appunto - per l'emancipazione.<br />
A un certo punto, in quarta elementare, un
compagno di classe e alcuni conoscenti del circondario mi proposero
di far parte di un gruppo per un gioco misterioso. Si chiamava
<i>"Dungeons & Dragons"</i> (sotterranei/segrete e draghi), un gioco
con carta, penna e dadi ma profondamente diverso dagli altri giochi
da tavolo. I giocatori prendono il ruolo di ("interpretano")
un gruppo di avventurieri in un medioevo fantastico, dove
schermaglie, sortilegi e creature soprannaturali attentano alla
sopravvivenza: un high fantasy sword-and-sorcery con reminiscenze -
talvolta veri e propri "saccheggi" - dalle varie leggende e
mitologie della storia dell'umanità.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Ci
sedevamo intorno a un tavolo - io, Giuseppe, Marco, Puciccio,
Alessio, Luca - a casa di Marco. Francesco, anche lui al tavolo e
molto più grande di noi, si premurava di raccontarci il mondo in cui
i nostri avventurieri ("personaggi") erano immersi, e di
rendere la loro vita difficile scaraventandoci ogni avversità
contro. Un ruolo - quello di Francesco - temuto e rispettato, a cui
il gioco riserva il titolo di "Dungeon Master".
"Padrone dei Sotterranei" può essere una traduzione,
ma si tratta di un titolo riduttivo se si considera che il Dungeon
Master crea, governa, scompiglia il mondo in cui gli avventurieri
sono immersi, prendendosi cura pure di interpretare gli altri
personaggi della storia: dal mendicante del villaggio all'abominio
dei tuoi incubi fattosi carne per ingurgitarti. Una sorta di arbitro
e giudice al di sopra perfino delle divinità del gioco.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Le
angherie che subivo nella vita reale erano nulla rispetto ai pericoli
fittizi che dovevamo superare. Con la differenza che sotto lo stesso
cielo ci si feriva assieme (e si moriva) molto più di frequente che
nel mondo ovattato in cui vivevamo. Per noi che venivamo da una
classe dove la violenza era "sublimata" - si trattava
almeno di piccola borghesia, impiegatizia o artistica - ci si poteva
far male solo con i contrasti al pallone o con delle scaramucce:
inezie rispetto a quello che devono sopportare quotidianamente i
bambini di Quarto Oggiaro/Vallette/Scampia (e questo senza andare
troppo lontano).<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/8oPewY_98ms/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/8oPewY_98ms?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
<br />
Il
gioco mi ha entusiasmato fin dall'inizio, mi ricordo che non dormivo
la notte perché aspettavo trepidamente la sessione successiva. Cosa
sarebbe successo? Ce la saremmo scampata? Puntualmente però il mio fantasticare e le aspettative altrui sul gioco non collimavano, visto che
il gruppo era di scalmanati e lì sfogavano le loro frustrazioni. A
cominciare da quell'Alessio - <a href="https://addiorama.blogspot.it/2018/03/madre-teresa-bassista.html" target="_blank">una persona che ricorre nei miei post</a> - il
cui personaggio era un combattente nerboruto che menava il mio
maghetto rachitico nelle peggiori polle di veleni psicotropi. Gli
altri personaggi ridevano compiaciuti.<br />
Questi comportamenti erano però
un po' giustificati dalle meccaniche di gioco e dai personaggi che i
miei compari avevano scelto di interpretare: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Allineamento_(giochi_di_ruolo)#Original_D&D" target="_blank">tutti erano "caotici"e io ero l'unico "legale"...</a> Il mio primissimo
personaggio - <i>Tassadar</i> - sopravvisse giusto due sessioni, era stato sbranato da un
lupo mannaro e per questo motivo fui costretto ad abbandonare il
gioco per un po'. Per il secondo - <i>Eldrad -</i> andò diversamente, e dimostra come questa
cosa del "legale" me la sono portata fino alla tomba, di
quel personaggio e di quel gioco.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Stavamo camminando in cunicoli umidi e ramificati
verso le profondità della terra. Uno stridio, ripetuto, si faceva
sempre più forte e si avvicinava verso di noi. <i>(<a href="https://addiorama.blogspot.com/2018/08/non-esiste-nessun-demiurgo-parte-2.html">continua</a>)</i></div>
ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-79838896094153313332018-07-21T13:43:00.000+02:002018-07-21T13:43:04.080+02:00A quale Paese devo tornare?<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-DUdmQID8ZBY/W1Mba4DfCMI/AAAAAAAAAKk/frWGy_q8escKoqFwy54gGuUE8Qi1vSy6ACLcBGAs/s1600/pontida0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="682" data-original-width="1024" height="426" src="https://1.bp.blogspot.com/-DUdmQID8ZBY/W1Mba4DfCMI/AAAAAAAAAKk/frWGy_q8escKoqFwy54gGuUE8Qi1vSy6ACLcBGAs/s640/pontida0.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">fonte: Avvenire.it</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Questo cartello è apparso al raduno di Pontida della Lega Nord. Ha scatenato un botta e risposta sul quotidiano Avvenire, diretto da Marco Tarquinio. Ho inviato la lettera seguente al direttore. Non mi è stata pubblicata, la pubblico qui.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
Caro Direttore,</div>
<div style="text-align: justify;">
sono un lettore occasionale e piuttosto particolare di Avvenire. Ad esempio, leggo con interesse gli interventi del collega Fulvio Scaglione, uscendone sempre arricchito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi inserisco nel solco delle due lettere (<a href="https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/chi-davvero-finisce-per-non-volere-l-uomo-della-croce-e-i-crocifissi-di-ogg">prima</a> e <a href="https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-signora-di-pontida-mai-senza-ges-giusto-e-sappiamo-in-chi-riconoscerlo">seconda</a>) apparse recentemente in rubrica. Sono in particolare solidale con la signora Samanta che ha subito minacce. Invito la signora a denunciare tempestivamente all'autorità quanto accaduto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono uscito formalmente dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana per professione di apostasia e perché nel paese in cui lavoro pagherei più tasse se contassi come cattolico. Sono ateo - più precisamente <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Apateismo">apateista</a> - e sostenitore dell'<a href="http://uaar.it/">UAAR</a>, ma non ho mai fatto una tessera. Le scrivo a nome mio personale, e solo me rappresento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per me lo spazio pubblico deve essere neutrale. Il "muro bianco", spoglio di simboli di parte, rappresenta l'incontro di tutti i colori, di tutte le convinzioni religiose e filosofiche. Questa richiesta è legittima indipendentemente dal paese di origine. In teoria uno potrebbe venire anche dallo spazio siderale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho alcune domande su cui mi piacerebbe ricevere un Suo commento.</div>
<ul style="text-align: justify;">
<li>Secondo Lei, cosa si intende con la frase <i>«se non vuoi il crocifisso, torna al tuo Paese»</i> quando diretta a chi viene da paesi dove i crocifissi sovrastano i pubblici uffici? In particolare le scuole, gli ospedali, i tribunali, le carceri? Sono italiano da almeno un secolo e mezzo, ancora mi chiedo a quale Paese dovrei tornare. Inoltre, osservo che - rispetto alla mia "italianità" - l'uso capillare del crocifisso in Italia è solo una recente introduzione (anni 1920-1930), di fatto superata dal nuovo assetto repubblicano e costituzionale.</li>
<li>Secondo Lei, dipingere gli <i>"atei, [...] musulmani, [...] gay, [...] protestanti [e luterani]"</i> come <i>"coloro che molto spesso sputano al Crocifisso"</i> potrebbe veicolare dei pregiudizi negativi nei confronti di tali gruppi? Potrebbero tali pregiudizi rinforzare discriminazioni vecchie e nuove, piuttosto gravi in Italia per come si sta determinando il discorso pubblico?</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
La ringrazio per lo spazio concessomi. Buon lavoro.</div>
</blockquote>
ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-88329449836873576872018-03-06T19:49:00.000+01:002018-03-06T19:49:05.472+01:00der Letzte der Klasse<div style="text-align: justify;">
<i>Questa nota l'ho scritta a lezione. Almeno una volta nella vita, è fondamentale sentirsi l'ultimo della classe, esserlo fino in fondo e capire quanto sia facile essere lasciati indietro.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sto seguendo un corso di programmazione. Il corso è presentato in inglese, ma viene dato in tedesco. Anche le diapositive sono tedesche, quindi mi tocca tradurle. C'è da notare come sono stato avvisato della lingua del corso prima di iscrivermi, e come non me la sia sentita di far notare la differenza fra quello che sta scritto su internet e quello che effettivamente avviene.<br />Seguo il corso coi miei compagni di dottorato, che per interesse reciproco mi danno una mano a tradurre gli esercizi che bisogna sottoporre al docente alla fine di ogni giorno.<br />Fino a ieri ce l'ho fatta anche traducendo le diapositive con traduttori automatici durante la lezione. Da ieri è cambiato tutto: le diapositive sono caricate sul sito dopo la lezione, rendendo inutile la mia presenza durante la stessa. Ieri non ho sollevato la cosa perché ho fatto tardi: la notte precedente sono stato bloccato in collina perché non partivano i treni, e arrivato a valle la metropolitana era già chiusa. Oggi sollevo il problema alla docente, chiedendo le diapositive per seguire almeno lo scritto.<br />"Metto le slide dopo la lezione". "Il corso è in tedesco". "Perché non l'hai detto ieri?". Insomma, il mio problema non viene nemmeno preso in considerazione. Mi innervosisco, borbotto, sto in silenzio.<br />È evidente come con quelle risposte la mia partecipazione a lezione non migliorerà, anzi sarà ancora più sofferta. Il punto è che questa decisione viene fatta a metà corso, una scorrettezza per chi ha seguito al meglio delle proprie possibilità fino ad ora. Se avessi saputo da principio che le slide fossero fornite dopo la spiegazione, forse avrei deciso di non seguire o mi sarei attrezzato diversamente. Ora che sono a metà, tenterò di riparare il danno in qualche modo, un'offesa molto minore rispetto all'intelligenza della docente, che risponde in quel modo per evadere il problema.<br />Quello che più mi fa incazzare è che non ho avuto la lucidità di rispondere a tono. Mi innervosisco con poco e non mantengo l'autocontrollo perché mi sembra allucinante che così si gestisca un confronto. Questo significa anche che non ho imparato niente dall'esperienza universitaria, che le tare mentali che mi portavo prima sono ancora tutte lì. Ci devo convivere, devo capire come fare. A parità di argomenti, la differenza fra un ottimo polemico e un pessimo lamentoso sta tutta qua. Poiché lascio volentieri alle prefiche fare le lamentose, la prossima volta è meglio che mi sottraggo al confronto, che mi sto zitto se non ho la serenità necessaria.</div>
ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-83168086993611872072018-02-05T14:46:00.001+01:002018-02-05T14:46:59.723+01:00L'infezione nazista: i pochi che contagiano i moltiCosì si chiude l'introduzione de <a href="http://www.ilsaggiatore.com/argomenti/storia/9788842820710/le-origini-culturali-del-terzo-reich-2/">"Le origini culturali del Terzo Reich"</a> di George L. Mosse, 2008, ilSaggiatore, tascabili:<br />
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
È stato però affermato trattarsi in ogni caso di frange estreme che non avrebbero alcuna prospettiva di conquista del potere: la storia, si sostiene, non si ripete. Tuttavia, nella storia del movimento nazional-patriottico a contare non furono mai le effettive dimensioni dei gruppi portatori dell'ideologia, ma piuttosto le istituzioni che se ne lasciarono infettare e lo stato d'animo che essi seppero diffondere e mantenere in vita, in attesa che i tempi fossero maturi: cosa questa che va tenuta presente, per quanto sopito l'incendio possa apparire in un determinato momento. Possiamo solo sperare, non prevedere con certezza, che in nessuna parte del mondo l'ideologia nazional-patriottica serva più da soluzione a una crisi del pensiero e della politica; che questo sia accaduto in Germania, è stato un evento catastrofico sia per i tedeschi che per i non tedeschi.</blockquote>
</div>
Questo è più un commento al <a href="https://addiorama.blogspot.de/2017/12/partito-democratico-e-antifascismo-non.html">precedente post</a> che un post a sé, ma mi pareva opportuno per la sua rilevanza dedicargliene un altro.ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-6753031377380856792017-12-13T23:20:00.001+01:002017-12-14T13:57:44.353+01:00Partito Democratico e antifascismo: non ce lo venite a vendere<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-I-Fn0fhF6lM/WjGnTq_CEcI/AAAAAAAAAHw/OTsYzRZT6nQsEzXJo27fFVx-QPKU31OqwCLcBGAs/s1600/wonka-antifa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="504" src="https://2.bp.blogspot.com/-I-Fn0fhF6lM/WjGnTq_CEcI/AAAAAAAAAHw/OTsYzRZT6nQsEzXJo27fFVx-QPKU31OqwCLcBGAs/s1600/wonka-antifa.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In riferimento alla manifestazione governativa (<a href="http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/12/09/news/como_naziskin_manifestazione_antifascista-183552515/">qui</a>) organizzata dopo che il Veneto Fronte Skinhead (VFS) ha fatto irruzione all'assemblea di Como Senza Frontiere (<a href="https://www.ilgazzettino.it/vicenza_bassano/gruppo_veneto_fronte_skinead_irruzione_riunione_volontari_migranti_como-3397300.html">qui</a>).<br />
Leggi il P.p.s. in fondo all'articolo per saperne di più!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Anche oggi arriva la nostra conferma quotidiana di quanto i fascisti non siano alternativi al sistema ma sono solo suoi puntelli (<a href="http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/12/13/news/fiore_servizi_dietro_militia_casapound_e_con_la_lega_ci_ha_lavorato_delle_chiaie_-183971971/">La Repubblica Roma</a>). Divertente che lo confermino loro stessi, <a href="http://www.militant-blog.org/?p=14966">come fanno giustamente notare i Militant</a>. Sotto lo stesso post, <a href="http://www.militant-blog.org/?p=14966#comment-731621">Pablo abbozza un elenco puntato</a> che riproduco nella sua interezza [NdΔ: formattazione mia]:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote>
<i>Se l’articolo di Repubblica non troverà smentite, siamo in presenza
di 5 dati non proprio secondari:</i><br />
<ol>
<li><i>Boccacci è stipendiato dai servizi
segreti;</i></li>
<li><i>Boccacci fino a qualche giorno fa era di Forza Nuova;</i></li>
<li><i>Fiore, a conoscenza del rapporto tra servizi segreti e Boccacci, l’ha
comunque fatto entrare nel suo gruppo, quindi il sodalizio
neofascisti-servizi segreti riguarda di fatto tutta Fn e non solo uno
dei suoi personaggi;</i></li>
<li><i>Due dirigenti di Fn (Fiore e Costantini) parlano
del gruppo dirigente di Fn (in primis di Castellino), definendolo
“merde”;</i></li>
<li><i>il canale tra Casapound e il resto della destra
“presentabile” (nel caso del 2014 con la Lega), è tenuto da Stefano
Delle Chiaie.</i></li>
</ol>
</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
E poi aggiunge:</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Interessante che tutto questo esca adesso, quando cioè Repubblica e il
Pd hanno deciso di giocare all’antifascismo. Sintomo che certe cose si
sanno e si sapevano già prima, ma che vengono fatte uscire quando c’è
l’opportunità politica di servirsene.</i></blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco, quest'ultimo secondo me dovrebbe essere il <b><i>punto zero</i></b> dell'elenco.</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
0.<i> Certe cose si sanno e si sapevano già prima, ma vengono fatte uscire quando c'è l'opportunità politica di servirsene.</i></blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
È sì interessante quali siano concretamente i rapporti fra Forza Nuova, CasaPound, Lega Nord e servizi, ma il vero elemento innovativo di tutta la questione è il <i><b>punto zero</b>.</i><br />
<br />
Ora, prescindendo un attimo dal caso e dall'articolo particolare (l'informativa dei ROS è di tre anni fa e compare adesso su Repubblica), il Partito Democratico ha deciso di giocare all'antifascismo. Le cause scatenanti sono due eventi in particolare: (1) un nome noto alla malavita ostiense e con legami con CasaPound ha dato una testata a un giornalista RAI (<a href="http://www.corriere.it/video-articoli/2017/11/08/voto-ostia-troupe-trasmissione-rai-nemo-aggredita-membro-clan-spada/caac17f8-c493-11e7-92a1-d24c712a4dfa.shtml">qui</a>); (2) una dozzina di forzanovisti ha sventolato bandiere e acceso fumogeni sotto la redazione di La Repubblica e L'Espresso. (<a href="http://www.repubblica.it/politica/2017/12/06/news/forza_nuova_mascherati_fumogeni_intimidazione_repubblica-183252738/">qui</a>) Piuttosto deboli come eventi scatenanti: la collezione di vili aggressioni, rappresaglie e omicidi fascisti di questi anni "post-ideologici" (un elenco parziale <a href="http://antifa.ecn.org/">qui</a>) sta lì a testimonianza che il fascismo esiste davvero e miete ancora vittime.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Eppure, senza il Partito Democratico e suoi predecessori non si sarebbero potute creare le condizioni materiali di sdoganamento dei fascisti e dell'accettabilità del fascismo fra la popolazione. Non sarebbero bastate le destre al governo e <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Svolta_di_Fiuggi">tutta l'acqua di Fiuggi</a> per rimuovere la pregiudiziale antifascista, serviva un partito che avesse presa sull'elettorato <i>"sinceramente democratico"</i> per il successo dell'operazione.
Il 25 aprile tinto di blu (<a href="http://www.corriere.it/foto-gallery/politica/17_aprile_25/milano-pd-preso-mira-social-il-corteo-blu-dove-siamo-arrivati-764458ac-29f1-11e7-9909-587fe96421f8.shtml">qui</a>), Frassineti corteggiato dai fascisti di tutta Italia per il museo a Predappio (<a href="https://www.wumingfoundation.com/giap/tag/predappio-toxic-waste-blues/">qui</a>) e tutte le schifezze di cui è tanto difficile tener traccia che c'è gente che deve tenerle in costante aggiornamento (<a href="https://storify.com/wu_ming_foundt/sui-rapporti-tra-pd-renziano-e">qui</a>) hanno radici nelle "memorie condivise" (pacificate) di Napolitano, Violante, Fassino. (<a href="https://www.wumingfoundation.com/giap/2015/04/il-giornodelricordo-dieci-anni-di-medaglificio-fascista-un-bilancio-agghiacciante/">qui</a> e altrove) Allora pagava elettoralmente mostrarsi anticomunisti, adesso mostrarsi antifascisti, con sempre più persone che subiscono gli anni di riforme reazionarie e impopolari del PD in emorragia di consensi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una domanda a bruciapelo che fra compagni ci facevamo tempo fa: è il Partito Democratico... fascista? Possono renderlo tale i corteggiamenti ai fascisti, ma anche ad esempio la repressione di Minniti e la politica contro i più deboli (chiamata eufemisticamente <i>"contro il degrado"</i>, un degrado che è stato creato da loro stessi)? Si prende un abbaglio di analisi forte, ma il problema è proprio che, nell'analfabetizzazione politica in cui viviamo, c'è bisogno di spiegarcelo perfino fra compagni. Come si scrive bene nei commenti <a href="http://www.militant-blog.org/?p=14955">qui</a>: non è che i nostri acerrimi nemici sono solo i fascisti, e poi tutto il resto passa per gradazioni di merda per cui ci si tura il naso a seconda dell'occorrenza.
E dirò, ci vuole una buona dose di autocritica perché anche nella sinistra antagonista abdicare alla lotta di classe è diventato molto diffuso, facendo politica ad esempio per un ben più accettabile e compatibile antifascismo. Stesso discorso vale per l'antirazzismo, l'antisessismo, l'anticlericalismo. Se fosse bastato essere solo anti(fascisti/razzisti/sessisti/clericali) si faceva <a href="https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=2061&lang=it">gli azionisti</a>!<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span lang="it">La G.A.P. quand’è che arriva<br />
non manda lettere né bigliettini<br />
e non bussa alla porta<br />
sei già persona morta<br />
che il popolo ti ha condannato.<br />
<br />
L'ingegner della Caproni<br />
il 2 gennaio arriva in tassì<br />
arriva con due della Muti<br />
sue guardie personali<br />
e noi lo si va a giustiziare.<br />
<br />
Quel traditor d’accordo con i tedeschi stava<br />
a smantellar la fabbrica, le macchine spediva<br />
tutte in Germania dai Krupp.<br />
<br />
E per salvar le macchine<br />
han fatto sciopero generale<br />
il capo reparto Trezzini<br />
e altri sette operai<br />
li han messi a San Vittore.<br />
<br />
È stato l’ingegnere<br />
a fare la spia ma la pagherà<br />
ci tiene tutti sott’occhio<br />
il povero Trezzini<br />
e gli altri li han fucilà.<br />
<br />
Adesso tocca a lui, la GAP lo aspetta sotto<br />
sotto ad un semaforo che segna proprio rosso<br />
e al rosso si mette a sparar.<br />
<br />
Pesce Giovanni spara però prima gli grida:<br />
"È in nome del mio popolo ingegnere che ti ammazzo<br />
con le tue guardie d'onor!"<br />
<br />
In fabbrica fanno retate<br />
torturano gente non parla nessuno<br />
e trenta operai deportati<br />
li chiudono nei vagoni<br />
piombati diretti a Dachau.</span><i><b> </b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b>Parlato</b>: "E il 23 di aprile i tedeschi vanno a minare la fabbrica, vogliono farla</i><br />
<i></i><span lang="it"></span></div>
<div class="rientrante" style="text-align: center;">
<i>
saltare prima di ritirarsi piuttosto che lasciarla in mano ai liberatori..."</i><span lang="it"><br /></span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
Ma gli operai sparano, difendono la fabbrica<br />
e salvano le macchine che sono il loro pane<br />
e molti si fanno ammazzar.<br />
<br />
Adesso siamo liberi,<br />
nella fabbrica torna il padrone,<br />
arriva un altro ingegnere<br />
stavolta però è partigiano:<br />
Brigata Battisti, Partito d'Azion.<br />
<br />
Ma ecco al primo sciopero c’è un gran licenziamento<br />
è stato l'ingegnere a cacciare via quei rossi<br />
che la fabbrica avevan salvà.<br />
<br />
'Sta guerra di liberazione<br />
domando di cosa ci ha liberato:<br />
ingegnere padroni e capi<br />
son tutti democratici<br />
ma noi ci han licenziato<br />
addosso ci hanno sparato<br />
in galera ci hanno sbattuto<br />
ma allora per noi operai<br />
<br />
<span lang="it">la liberazione l’è ancora da far...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<iframe seamless="" src="https://bandcamp.com/EmbeddedPlayer/album=251177378/size=large/bgcol=ffffff/linkcol=0687f5/tracklist=false/artwork=small/track=3915404344/transparent=true/" style="border: 0; height: 120px; width: 100%;"><a href="http://ilfioremeraviglioso.bandcamp.com/album/la-ciurma-resistente">La ciurma resistente by Il fiore meraviglioso</a></iframe>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
P.s.: il Partito Democratico è neosabaudo, ma questa è un'altra storia...<br />
<div style="text-align: justify;">
P.p.s.: VFS è dal 1990 un'associazione culturale regolarmente riconosciuta presso il Tribunale di Roma (<a href="http://venetofronteskinheads.org/beta/anni-90/">qui</a>), e gode quindi di una serie di vantaggi non solo fiscali. (<a href="http://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html">qui</a>) FN e CP sono partiti politici e godono di altre agevolazioni ancora. (<a href="http://espresso.repubblica.it/palazzo/2016/07/22/news/soldi-ai-partiti-da-gennaio-si-cambia-e-allo-stato-costera-di-piu-1.278278">qui</a> ad esempio) CP inoltre può fregiarsi di <i>"Isola delle Tartarughe"</i> (<a href="http://www.huffingtonpost.it/2013/05/16/casapound-fascisti-del-5x1000_n_3284635.html">qui</a>) come associazione di promozione sociale, e quindi può partecipare alla spartizione del 5x1000 oltre ad altre agevolazioni. (<a href="http://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html">qui</a>) I link che vi sto mostrando possono non essere aggiornatissimi, possono non essere correttissimi, ma sono la dimostrazione che l'inchiesta de L'Espresso (<a href="http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/11/03/news/tutti-i-soldi-e-le-societa-di-casapound-e-forza-nuova-cosi-si-finanziano-i-partiti-neofascisti-1.313304">qui</a>) che tanto ha fatto arrabbiare i forzanovisti non aggiunge granché di nuovo...</div>
</div>
ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-50601745986406870222017-05-07T16:16:00.002+02:002017-05-07T16:16:15.120+02:00Disclaimer Benaltrista<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-nvNVcCoyWz8/WQ8YdaOOW0I/AAAAAAAAAHQ/6c3xYqPU_CYBG3NU34IsRwagANqfCgqsQCLcB/s1600/55592970.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-nvNVcCoyWz8/WQ8YdaOOW0I/AAAAAAAAAHQ/6c3xYqPU_CYBG3NU34IsRwagANqfCgqsQCLcB/s1600/55592970.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">da <i>memegenerator.net</i><br />se l'autore si fa noto, gli stringo personalmente la mano</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><b><br />TL;DR:</b> rinchiudetevi in casa. Siete irrecuperabili.<br />Si farà a meno di voi.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se siete quei personaggi che sfoggiano tutta la propria <i>vis polemica</i> trattando con sufficienza i vostri interlocutori, di quelli che non entrano nel merito delle questioni ma, dall'alto della vostra saccenza acquisita per studi accademici/dono divino/mandato popolare, liquidano le discussioni come inutili ben prima di sentire le ragioni della controparte... <b>questo articolo non è per voi</b>. Voi del "<i>non vedo il problema</i>", voi dalla crassa indifferenza: <b>chiudete questa pagina</b>. Se leggete solo per alimentare la vostra boria pur di dire che ciò che avete letto non andava scritto perché bisognava dedicarsi a "<i>ben altro</i>" - suggerendo tra le varie cose la stupidità dell'autore nel suo dedicarsi a quisquilie - fate attenzione che questo approccio potrebbe ritorcervisi contro un giorno di questi: sia mai qualcuno vi facesse notare che <b>è una perdita di tempo andare in giro a dire a tutti che quello che fanno è una perdita di tempo</b>.<br /><br />Un avviso, invece, per tutti gli altri: quando il vostro avversario passa dall'oggetto del contendere a un giudizio sulla contesa, è evidente che l'avversario si qualifichi per la sua <i>tracotanza</i>: <b>pur di ottenerne un proprio tornaconto o anche solo soddisfare la propria vanità, vuole <i>sia</i> sottrarsi dalla disputa, <i>sia</i> uscirne trionfante con certezza</b>...<br />Un momento! <i>Quale considerazione avreste di un atleta che vuole vincere a una competizione senza partecipare?</i> Bene, <b>riservate la stessa considerazione a questo tipo di persone</b>.<br />Su cosa fare dell'oggetto del contendere sta a una <b>valutazione del pubblico</b> che vi legge o vi ascolta. Se il pubblico è recettivo, smascherate la pochezza del vostro avversario e tornate in argomento, <i>un po' come l'atleta che dà sfoggio delle sue qualità a prescindere dalla competizione</i>. A questo punto non solo l'avrete già vinta perché siete gli unici partecipanti, ma <b>avrete l'inestimabile opportunità di arricchire delle vostre considerazioni un auditorio predisposto</b>. Se invece vedete che il pubblico è già disinteressato alla questione e vuole buttarla in caciara, tiratevi un pizzico al ventre e, <b>come l'avversario è passato dall'oggetto del contendere a un giudizio sulla contesa, passate dal giudizio sulla contesa a quello sulla persona</b>. <u>Ormai le possibilità di un confronto costruttivo sono già perdute, ma non c'è motivo di uscire anche voi perdenti dalla disputa.</u><br /><br />Il giudizio sulla persona sembra una cosa complicata, nella stragrande maggioranza dei casi riuscirete a discernere se il vostro avversario è un mentecatto o un disonesto. Se siete davvero incerti, <b>fategli capire che siete nel dubbio se dargli dell'ignorante o del malizioso</b>: è probabile che sia tutt'e due, ma lasciate che sia la controparte a spiegarlo. Qui il post si chiude rimandando con circolarità al paragrafo introduttivo, non prima però di scomodare Schopenhauer:<br /><i>«[...] la disputa, come attrito di teste, è spesso di reciproca utilità per rettificare i propri pensieri e anche per produrre nuovi punti di vista. Ma i due contendenti devono essere pressoché pari fra loro per erudizione e intelligenza. Se uno è privo della prima, allora non capisce tutto, non è </i>au niveau<i>. [NdΔ: non è allo stesso livello di "padronanza" dell'argomento] Se gli manca la seconda, allora il rancore che ne sorge lo istigherà a cose sleali e ad astuzie, o alla villania.»</i> ["L'arte di ottenere ragione", Piccola Biblioteca Adelphi, traduzione di Nicola Curcio e Franco Volpi, 1991]</div>
ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-57943238258040545642015-05-22T20:56:00.002+02:002015-05-22T20:56:52.825+02:00Per la Piana di Sesto<div style="text-align: center;">
All'ombra dell'inceneritore<br />e dentro l'urbe</div>
<div style="text-align: center;">
confortate di amianto<br />è forse il sonno della morte men puro?</div>
ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-50905703795576966432014-11-02T09:15:00.003+01:002014-11-02T09:15:43.337+01:007 operai della Thyssen come i 7 fratelli Cervi<div style="text-align: justify;">
<i>Dice bene Saverio Tommasi che <a href="http://www.saveriotommasi.it/blog/cosa-fare-quando-picchiano-un-operaio-e-altri-consigli-utili">agli operai che licenziano non si picchia</a>. Eppure è successo ancora una volta, <a href="http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2014/10/29/acciaieria-di-terni-tensione-a-sit-fiom-a-roma_c074ded4-04ef-4e4d-a514-ff0d81edb3d3.html">"procedure di mobilità" per 550 lavoratori e sferzate di manganello</a>.</i><br />
<i>Sembra passata una vita 3 anni fa. Di allora sono rimaste queste considerazioni, integrate con qualche suggerimento stilistico da alcuni compagni, ma rigettandone i tagli di contenuto.</i><br />
<i>I 7 operai di Torino hanno lottato contro un mostro più grande di loro, come i 7 fratelli Cervi nel '43: allora si chiamava "nazione", ma in realtà era "fascismo"; adesso lo chiamano "mercato", ma è "capitalismo". <a href="http://www.isoladeicassintegrati.com/2011/05/11/thyssenkrupp-confindustria-applaude-espenhahan/">Uno scroscio di applausi vale più di mille parole</a>.</i><br />
<i>Lo stesso stanno facendo i loro confratelli lavoratori, che hanno la fortuna/sfortuna di dover soffiare il vento ancora. Non lasciamoli soli.</i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://farm4.static.flickr.com/3428/5710342056_206faf8d21_b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://farm4.static.flickr.com/3428/5710342056_206faf8d21_b.jpg" height="320" width="255" /></a></div>
<i>Anche il numero, che serve a quantizzare un evento o una descrizione, spesso evoca fatti e paragoni inattesi.<br />[NdΔ: dati di 3 anni fa] In Italia sono 1.040.000 gli infortuni sul lavoro (una persona ogni 60), più di 20.000 invalidi. 1.080 sono i morti sul lavoro nel solo 2010, quanto i militari USA morti in Afghanistan dall'inizio del conflitto (1.368 in 10 anni).<br />Dove però il numero suggerisce similitudini con le guerre, nella pratica e nella morte vediamo profonde differenze. Un caduto in guerra ha molta più visibilità di un operaio caduto dall'impalcatura: il soldato che torna nel lenzuolo tricolore - con onori, medaglie e pompa magna - accende molto di più l'opinione pubblica e il dibattito politico, ma soprattutto accende la retorica di eroi, patrioti e santi immolati alla patria. La vedova del militare piange suo marito col Paese intero, ma sa che ai suoi figli qualche aiuto - benché misero - potrà darlo con la pensione di guerra ed altre agevolazioni; la vedova dell'operaio si dispera da sola e in silenzio perché non sa domani come dare ai pargoli quel tozzo di pane che manca.<br />I morti sul lavoro in Italia sono morti invisibili, quasi indolori. Dobbiamo fare i conti ogni giorno con questa strage eterna e silenziosa che non ricorda nessuno perché è scomodo parlarne. Non informarsi attivamente e girare lo sguardo di fronte alla tragedia ci rende complici.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<b><span style="font-size: medium;">7 OMICIDI BIANCHI ALLA <span class="il">THYSSENKRUPP<b><i> </i></b></span></span></b><br />
<b><span style="font-size: medium;"><span class="il"><b><i>Condanna ai terroristi in giacca e cravatta</i></b></span></span></b><br />
<b><span style="font-size: medium;"><span class="il"><b><i>17 aprile 2011 </i></b></span></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Ore 1:30, 6 dicembre 2007, linea 5 stabilimento </i><i><span class="il">ThyssenKrupp</span></i><i> di Torino</i>: uno spruzzo d'olio bollente in pressione prende fuoco, divampano le fiamme nell'acciaieria e travolgono 7 operai: <b>Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe De Masi</b>. Muoiono tutti nel giro di un mese.<br />
<i>Ore 21:30, 15 aprile 2011</i>: sentenza della Corte d'Assise di Torino, che condanna per <u>omicidio volontario</u> l'amministratore delegato della Thyssen a 16 anni e mezzo di reclusione, e per <u>omicidio colposo aggravato</u> i 4 dirigenti a 13 anni e mezzo e il responsabile dell'area tecnica a 10 anni e 10 mesi.<br />
Gli avvocati della difesa, prezzolati mercenari al soldo dei padroni,
sono insoddisfatti della sentenza lamentando un processo politico contro
la Thyssen... <b>Ben venga il processo politico!</b> Contro i vassalli del Dio Profitto, schiavisti e assassini di professione per i quali la salute è un <i>optional</i> e lo sfruttamento un <i>must</i>. Una tragedia che "si poteva evitare" e che <b>fa molto più male di quelle inevitabili</b>;
l'azienda invece ha fatto di tutto per non evitarla, violando ripetutamente tutte le norme di sicurezza sul lavoro e di prevenzione
antincendio.<br />
<ol>
<li><b>Estintori vuoti</b> allo scoppio della prima scintilla sulla linea
5, dove alcuni operai stavano srotolando una lastra di lamiera quando un
foglio di carta oleata posto a protezione della superficie di metallo
prende fuoco;</li>
<li><b>mancanza di addestramento</b> del personale o di una squadra antincendio;</li>
<li><b>mancanza di un sistema automatico di spegnimento</b>,
fortemente caldeggiato dai tecnici della società di assicurazioni AXA e
dai consulenti, ma continuamente posposto, in vista della dismissione,
chiusura e trasferimento della linea;</li>
<li><b>mancanza di qualsiasi prescrizione o specifica</b> scritta o procedurale che indicasse come agire in caso di incendio di “<i>grave entità</i>” (le indicazioni generali dell’azienda consigliavano di <i>provare a spegnere autonomamente</i> con ogni mezzo l’incendio da parte degli operai con gli estintori <i>prima</i> di dare l’allarme);</li>
<li><b>manutenzione insufficiente</b>, addirittura peggiorata nell’ultimo periodo, con squadre di intervento ridotte che operavano ormai solo sulla <i>riparazione guasti</i>, mentre non si provvedeva più alla <b>sostituzione dei pezzi meccanici rovinati</b> con elementi nuovi, ma col montaggio di pezzi recuperati da altre linee <i>o dalla stessa linea 5</i>;</li>
<li><b>nessuna interruzione dell’alimentazione elettrica alla pompa oleodinamica</b> anche in caso di attivazione dei pulsanti di emergenza, peraltro <u>fortemente sconsigliata dall’azienda</u> <i>al fine di non interrompere la produzione</i>;</li>
<li><b>malfunzionamento dei sistemi di sicurezza automatici</b> che avrebbero dovuto segnalare la presenza di carta spuria nell’impianto; </li>
<li><b>turni massacranti</b> (i 7 operai lavoravano già da 12 ore, quando <u>lo stress fisico, la prontezza di riflessi e la lucidità nel prendere una decisione sono discriminanti tra la vita e la morte</u>).</li>
</ol>
Questa sentenza è storica, farà giurisprudenza, sarà un deterrente per
chi non metterà al centro della propria attività il lavoratore [<i>NdΔ: e infatti Confindustria è riuscita a non farla passare, altrimenti avrebbe potuto "allontanare gli investimenti esteri dall’Italia e mettere a repentaglio la sopravvivenza del nostro sistema industriale"</i>, <a href="http://www.isoladeicassintegrati.com/2011/05/11/thyssenkrupp-confindustria-applaude-espenhahan/">diceva Marcegaglia</a>]. <b>Chi deciderà di non mettere fondi per la sicurezza sarà un terrorista</b>, forse più elegante, con giacca e cravatta e senza tritolo, ma certamente <b>con lo stesso potenziale esplosivo</b>. Dopo questa sentenza non esisteranno più le morti bianche, ma solo <b>gli omicidi bianchi</b>, quelli per cui la sicurezza è un costo <i>eventualmente non affrontabile</i>.<br />
Incassiamo una vittoria che <b>possa evitare</b> il ripetersi di queste sciagure, che <b>trasformi</b> i grandi disastri in piccoli incidenti, che <b>faccia ripartire</b>
il dibattito politico, troppo spesso dominato da un'agenda demenziale o
peggio ancora dannosa per i lavoratori, dimostrandosi ancora una volta <i>asservita alla Confindustria</i>. Incassiamo una vittoria affinché l'Italia <b>smetta</b> di essere campo di sterminio dei lavoratori. Incassiamo una vittoria <i>dalle lacrime giuste e dall'amara contentezza</i>, consci però che non c'è nessun Aldilà che possa ripagare gli operai dell'Inferno subìto in vita, e nessun pensiero che possa restituirli alle famiglie. <b>Rivolgiamo il più profondo cordoglio e rispetto</b> ai familiari delle vittime, che hanno dato prova di <b>grande senso civico</b>, nonostante la strafottenza di un'azienda che ha tentato <u>perfino</u> di <i>inquinare le prove</i> e di <i>negare l'evidenza</i>.<br />
Ci preme tantissimo comunicarvi questa vittoria perché troppo spesso queste morti non sono solo <i>sottaciute</i>, ma rimangono <i>impuniti</i> i responsabili, <i>seppur noti</i>. Giustizia è fatta? <b>Vedremo</b>, aspettiamo l'appello [<i>NdΔ: e infatti ha ribaltato la sentenza: </i><i><i>per com'è costruito </i>il diritto difficilmente va a favore degli operai</i>].<br />
Il nostro ruolo però non si ferma alla semplice informazione. La
fermezza della mobilitazione è stata decisiva per questo processo in
cui, <b>per la prima volta</b>, ai businessmen è contestato il <b>reato di omicidio volontario</b>. Teniamo alta la guardia, c'è ancora tanta strada da fare e ci sono ancora i <b>processi di <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/strage-di-viareggio/">Viareggio</a>, <a href="http://www.unita.it/italia/scoppio-dell-umbria-olii-br-ora-e-colpa-degli-operai-1.532440?localLinksEnabled%3Dfalse">Umbra Olii</a>, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Eternit#L.E2.80.99Eternit_e_l.E2.80.99amianto">Eternit</a>, <a href="https://insorgenze.wordpress.com/tag/silos-killer/">Cisterna Killer a Capua</a></b> [<i>NdΔ: ci ho pianto allora davanti la tv</i>] e altri ancora.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.anunews.net/blog/wp-content/uploads/2010/10/aa-perpetual-war-drawing-of-man-in-top-hat-w-gasmask-and-gun.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.anunews.net/blog/wp-content/uploads/2010/10/aa-perpetual-war-drawing-of-man-in-top-hat-w-gasmask-and-gun.jpg" height="320" width="300" /></a></div>
<br />
È ancora più importante <b>creare a monte una cultura delle regole e della sicurezza sul lavoro nella scuola e nelle università</b>: in queste tragedie sono sempre coinvolte la compiacenza e la negligenza non solo di <i>dirigenti d'azienda e boriosi manager</i>, ma anche di <b>ingegneri o consulenti chimici e fisici</b> - <i>magari nostri ex-compagni di studi</i> - <b>che calpestano il proprio codice deontologico nel modo più disumano possibile</b>.<br />
[<i>NdΔ: altrimenti, come disegnò Vauro, più applausi si faranno e più bis verranno richiesti]</i></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-69947432781258636552014-10-07T10:55:00.000+02:002014-10-07T10:55:27.025+02:00Me ne vado<div style="text-align: justify;">
<i>Premessa: mia sorella ora ha una cagna. Ci pensa solo mio padre però.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Vedi quindi il padre e la cagna andare a spasso, a farsi compagnia a vicenda e non capire chi è il più solo dei due.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Me ne vado.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Hanno già trovato modo di sostituirmi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per un coniglio, un roditore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da toporobby a quasi topo, tristezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Allora abbandono i litigi, le alzate di voci, le urla, i vittimismi che ti permettono di vincere una discussione in modo scorretto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le incazzature, i mezzi pianti e le lacrime inutili.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io mio padre devo trattarlo da handicappato qual è, non è in grado di tenere una discussione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io solo col ragionamento, tentando di essere più imparziale possibile e ammettere gli errori dove sono stati o comunque dove non so se ci sono stati ma con probabilità, regalandomi il beneficio del dubbio.</div>
<div style="text-align: justify;">
E lui invece ad affrontare le discussioni con il sentimento, le passioni, che per quanto possano essere nobili e per quanto possa affrontare con sacrifico questa vista di merda che gli dà soddisfazioni solo tramite la famiglia e non tramite se stesso, fa i peggiori sgambetti condizionandoti psicologicamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mio padre fa parte di quella schiera, dei Leonardo, delle Priscilla, delle Sara e dei Daniele, quelli che non sanno entrare in argomento ma fanno di tutto per vincere.</div>
<div style="text-align: justify;">
La genia di quelli che non entrano nel merito, ecco tutto.
A me piacerebbe sedermi a un tavolo insieme, in cui non si sa mai come va a finire la discussione e a singolar tenzone ce le diamo di SANTA RAGIONE. SOLO di Ragione. Non utilizzando trucchi e colpi sotto la cintola, dal fare appello ai buoni sentimenti alle fallacie di brutta china agli argomenti ad uomo all’appello al passato alle argomentazioni a catena.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vorrei un mondo in cui tutti fossimo dotati dei RUDIMENTI di logica e fossimo SENZA retorica. I fatti, non le pugnette.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Invece no. Siamo peggio. Siamo FUORI dal processo decisionale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mio padre o qualcun altro previo suo consenso quasi vincolante ha comprato un coniglio a mia sorella.
Questo genitore ha una strategia molto fine: poiché il fratello di questa sorella se ne va da casa per studiare (perché in casa l’ambiente è inadatto e perché il centro dei suoi interessi sta altrove), allora subito ha trovato un modo per sopperire a questa mancanza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il fratello, com’è noto, che fece addirittura il funerale al Signor Rossi a bordo water, il Grande Salto nel Grande Blu, vede gli animali in casa già morti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le persone sono animali? Sì, le persone sono animali. E allora? Ci ho fatto l’abitudine.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
D’una furbizia estrema. Visto che a giorni (una settimana esatta) non godrai più di questi lidi, allora la tua decisione non conta più quindi faccio automaticamente.
Il fratello avrebbe preferito delicatezza. Sarebbe stato molto meglio avvisare. Dire: “Guarda, visto che te ne vai in questa casa non conterai più niente. Io, per sopperire alla tua mancanza e visto che sono un fine psicologo, ho pensato di regalare un animaletto a tua sorella. Visto che ella non ha la responsabilità di tenersi un cane (portarlo a spasso, ammaestrarlo, etc.), facciamo una prova con un animale essenzialmente passivo, quasi una pianta, un coniglio che reagisce solo se è in pericolo, privo dell’autonomia di cui gode un gatto e privo dell’affetto di cui godrebbe da un cane.”</div>
<div style="text-align: justify;">
“Tu hai voluto fare troppo il gatto e poco il cane. Ho dovuto sopperire con la bestiola per non alterare i fragili equilibri domestici. Sai quanto è complicato da questa parte della barricata, spero mi comprenderai.”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La telefonata che avrei voluto avere alias me ne vado alias peggio di un coniglio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
[Postilla: ho cambiato telefono per assecondare i capricci familiari (gli equilibri domestici sono complicati, meglio concedere su una stronzata del genere che cedere su altre) e perché un telefono con un’agenda può fare molto comodo.]</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>“Mi conosco: non posseggo prontezza polemica, l'avversario mi distrae, mi interessa più come uomo che come avversario, lo sto a sentire e rischio di credergli; lo sdegno e il giusto giudizio mi tornano dopo, sulle scale, quando non servono più.”</i> (VANADIO, Il sistema periodico, pag. 222, Primo Levi, Einaudi tascabili)</div>
ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-83005482833850721352014-04-21T16:59:00.000+02:002014-04-21T16:59:08.413+02:00L'invidia del dado<div><i>dedicato a Pasquale, Luca, Alessio, Francesco, Marco</i></div>
<br>
<a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/70/120px-Dodecahedron-slowturn.gif" imageanchor="1" ><img border="0" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/70/120px-Dodecahedron-slowturn.gif" /></a>
<br>
<div>Non diventi grande quando ti paghi la casa da solo.<br>
Non diventi grande quando fai una lavatrice.<br>
Né diventi grande quando hai troppe responsabilità e impegni.<br>
O quando ti trovi a scegliere quale promessa puoi mantenere.<br>
Quando lavori in modo dequalificante.<br>
Né quando il tuo orizzonte di speranze si ferma all'altroieri.<br>
O quando l'universo ti odia e tutti sono complici, te compreso.</div>
<br>
<div>Diventi grande sconfitto nella sacra virtù dell'invidia, che tutto coglie e tutto muove. Quando vuoi qualcosa ma non ce l'hai, e invece di desiderarla con tutto te stesso ti rassegni. Grandissimo è quel monaco svuotato di qualsiasi brama.<br>
Diventi grande quando ti si spengono gli occhi a vedere dadi poliedrici, solidi platonici che hanno riempito metà della tua esistenza rotolando.<br>
Diventi grande quando gli stessi dodecaedri simmetricissimi, che tutto muovono e tutto colgono (vedi <a href="http://www.uaarfirenze.it/wordpress/wp-content/uploads/2012/12/tesi.pdf">prologo</a>), li osservi con distacco.<div>
<br>
<div>Questa etica della privazione fa schifo.<br>
Bisogna volere tutto e prenderselo.</div>
<br>
<div>Voglio tornare a giocare.</div>ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-57595191773198994202014-02-07T18:10:00.001+01:002014-04-21T18:50:06.731+02:00La rivincita dei fratelli Mattei<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><b>EDIT</b></i>: un pensiero particolare a Claudio, Dea, Lorenzo (ero convinto di averlo scritto)</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/oLDVD737F0E?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
A 70 anni dal sacrificio di Gianfranco Mattei mi premeva scrivere qualcosa. In verità molto poco di quanto meriterebbe.<br />
Forse gli effetti sono eccessivi, ma il video ha il pregio di essere autoesplicativo e unisce immagini difficilmente reperibili, una biografia chiara e anche alcune considerazioni che non sapevo. Ringrazio quindi Eleonora Giordano per la composizione. (la formula finale è per il metodo di bisezione?)<br />
<br />
<br />
Lascio a ognuno le proprie considerazioni.<br />
<br />
<br />
Intanto c'è la proposta di intitolare a Teresa e Gianfranco Mattei la Casa dello Studente di Val di Rose a Sesto Fiorentino (FI), proprio dove adesso c'è la didattica di Chimica e il Dipartimento.<br />
<br />
Segnalo inoltre che il Dipartimento di Chimica "Ugo Schiff" propone all'unanimità al Senato
Accademico dell'Università degli Studi di Firenze di intitolare un'aula a Gianfranco Mattei nel
Plesso Didattico di Via Gino Capponi, 9. (vicino via Laura, dove c'era l'Istituto di Chimica Organica)<br />
Potrebbero chiedere lo stesso gli scienziati della formazione per Teresa Mattei per via
Laura (dove un tempo c'era lettere, filosofia, scienze politiche)...<br />
Vi mando anche un elenco delle fonti utilizzate e la mozione che i rappresentanti degli studenti del Dipartimento (Collettivo di Polo - Collettivo di Scienze <a href="http://collettivodiscienze.org/">www.collettivodiscienze.org</a> ) avevamo preparato, le motivazioni dei quali sono state accolte dal Consiglio.<br />
<br />
Certo, non è abbastanza. Non è mai abbastanza. Un mattone in più nella toponomastica, così parca nei confronti di questi personaggi, non può però che far bene a queste terre, agli studenti e alla comunità accademica tutta. <br />
<div style="text-align: center;">
<i>Teresa e Gianfranco, la lezione non si fermerà!</i></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<b>*** FONTI ***</b></div>
<br />
<div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Egregio Direttore Prof. Luigi Dei,<br />
siamo i rappresentanti degli studenti del Consiglio di Dipartimento di Chimica.<br />
<br />
Inviamo
la mozione che avevamo preparato per la scorsa adunanza del Consiglio,
potenzialmente utile per la stesura della delibera.<br />
<br />
Segnaliamo, per approfondimenti biografici, i seguenti collegamenti:<br />
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia: <a href="http://www.ultimelettere.it/ultimelettere/ultimelettereanagrafe.php?ricerca=266&presentazione=1" target="_blank">http://www.ultimelettere.it/<wbr></wbr>ultimelettere/<wbr></wbr>ultimelettereanagrafe.php?<wbr></wbr>ricerca=266&presentazione=1</a><br />
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia: <a href="http://www.anpi.it/donne-e-uomini/gianfranco-mattei/" target="_blank">http://www.anpi.it/donne-e-<wbr></wbr>uomini/gianfranco-mattei/</a><br />
tesi della Dott.ssa Patrizia Pacini su Teresa "Teresita" Mattei, sorella di Gianfranco e ultima madre costituente: <a href="http://www.consiglio.regione.toscana.it/cpo/upload/pubblicazioni/pub75.pdf" target="_blank">www.consiglio.regione.toscana.<wbr></wbr>it/cpo/upload/pubblicazioni/<wbr></wbr>pub75.pdf</a> [c'è un approfondimento anche su Gianfranco]<br />
<br />
Segnaliamo anche:<br />
pubblicazione Nasini, Natta, Mattei: <a href="http://www.giulionatta.it/pdf/pubblicazioni/00128.pdf" target="_blank">www.giulionatta.it/pdf/<wbr></wbr>pubblicazioni/00128.pdf</a> altre pubblicazioni si trovano, ad es., su Scholar. (in tedesco)<br />
brevetti con Natta e Bartoletti: <a href="http://www.giulionatta.it/ITA/parte_II_brevetti_02.html" target="_blank">http://www.giulionatta.it/ITA/<wbr></wbr>parte_II_brevetti_02.html</a><br />
le leggi razziali, la resistenza e i chimici italiani, articolo su "l'Alambicco", rivista di divulgazione chimica: <a href="http://www.alambicco.unito.it/A/Gen11/6_1.html" target="_blank">http://www.alambicco.unito.it/<wbr></wbr>A/Gen11/6_1.html</a><br />
lapidi alla memoria: Milano <a href="http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/scheda.asp?ID=1139&myword=gianfranco" target="_blank">http://www.chieracostui.com/<wbr></wbr>costui/docs/search/scheda.asp?<wbr></wbr>ID=1139&myword=gianfranco</a> , Roma <a href="http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=10519&myword=gianfranco" target="_blank">http://www.chieracostui.com/<wbr></wbr>costui/docs/search/<wbr></wbr>schedaoltre.asp?ID=10519&<wbr></wbr>myword=gianfranco</a> , Firenze <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Via_della_Colonna#Lapidi" target="_blank">http://it.wikipedia.org/wiki/<wbr></wbr>Via_della_Colonna#Lapidi</a></div>
<div style="text-align: justify;">
omonima canzone degli Stormy Six: <a href="http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=751" target="_blank">http://www.antiwarsongs.org/<wbr></wbr>canzone.php?lang=it&id=751</a></div>
</div>
Ringraziamo per l'attenzione.<br />
---</div>
i rappresentanti degli studenti del CdD Chimica "Ugo Schiff"<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<b>*** MOZIONE ***</b></div>
<br />
<style type="text/css">
<!--
@page { margin: 2cm }
P { margin-bottom: 0.21cm }
</style>
<br />
-->
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">ALL'ATTENZIONE
DI</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">Consiglio
di Dipartimento</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">del
Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff”</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">Università
degli Studi di Firenze</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: x-small;">OGGETTO:
INTITOLAZIONE AULA DEL PLESSO DIDATTICO DI VIA CAPPONI A GIANFRANCO
MATTEI</span></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: x-small;">Egregi
consiglieri,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">in
merito al punto 10ter dell'Ordine del Giorno del Consiglio di
Dipartimento odierno (15 gennaio 2014) intendiamo, come componente
studentesca, esprimerci per l'intitolazione di un'aula del Plesso
Didattico di via Gino Capponi, 9, a Gianfranco Mattei. Il 7 febbraio
p.v. cadranno 70 anni dalla sua prematura scomparsa.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">Ci
preme delineare un profilo del personaggio.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Gianfranco
Mattei fu chimico, docente e partigiano. Fu fratello di Teresa
“Teresita” Mattei, la più giovane costituente, scomparsa nel
marzo dello scorso anno.</i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Gianfranco
nacque da famiglia ebraica a Milano nel 1916. La famiglia si trasferì
a Bagno a Ripoli nel 1933. A Firenze sostenne la maturità al liceo
classico “Michelangiolo” e si laureò in Chimica presso
l'Università degli Studi nel 1938 col massimo dei voti.</i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Ottenne
una borsa di studio presso il gruppo di Giulio Natta (Nobel per la
Chimica nel 1963, dedicato a Gianfranco) all'Istituto di Chimica
Industriale del Politecnico di Milano. Successivamente fu nominato
assistente incaricato e dal 1° dicembre 1940 divenne professore
incaricato per Chimica Analitica mantenendo entrambi gli incarichi
fino al 1943, quando si trasferì a Roma. L'attività scientifica di
Gianfranco è documentata da 17 pubblicazioni e 2 brevetti, sullo
studio della struttura e l'orientamento di molecole polari e la messa
a punto di nuovi detersivi sintetici.</i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Si
unì alla Resistenza nelle formazioni dei GAP. A Roma allestì con
Giorgio Labò la “santabarbara” dei gappisti, organizzando e
conducendo numerose manovre di sabotaggio. Con Gianfranco la
produzione delle bombe migliorò nella qualità e nella quantità,
fabbricando anche nuovi tipi di ordigni. Fu arrestato dalle SS il 1°
febbraio 1944 (pare su delazione di una spia fascista) e incarcerato
a via Tasso. Torturato, nella notte tra il 6 e il 7 febbraio del
1944, per non tradire i compagni, s'impiccò nella sua cella usando
la cintura dei pantaloni.</i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Prima
di morire, scrisse con un mozzicone di matita sul retro di un assegno
bancario una lettera ai genitori: “Carissimi genitori, per una
disgraziatissima circostanza di cui si può incolpare solo il fato
avverso, temo che queste saranno le mie ultime parole. Sapete quale
legame di affetto ardente mi lega a voi, ai fratelli ed a tutti.
Siate forti sapendo che lo sono stato anch'io. Vi abbraccio,
Gianfranco.”</i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">Le
motivazioni per intitolare un'aula a Gianfranco Mattei sono
molteplici:</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">-
Si spese per la libertà e i diritti di tutte e tutti senza nulla
chiedere in cambio, in un'Italia che in quel momento li ripudiava e
li braccava perché di origine ebraica. Si oppose al regime fascista
sia nelle parole che nei fatti, più volte mettendo a repentaglio la
propria esistenza e arrivando perfino all'estremo sacrificio.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0.5cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">-
È un personaggio molto legati alla nostra città: si diplomò presso
il Liceo Classico “Michelangiolo” in via della Colonna; si laureò
proprio nell'Ateneo fiorentino.<br />- Sottolineiamo che la
toponomastica è stata molto parca nei suoi confronti: non ci sono
infatti ad oggi vie/strade/piazze a lui dedicate se non un vicolo
cieco a Bagno a Ripoli.<br />- Già lo stesso edificio ospitò in uno
dei suoi locali, per intercessione del prof. Sacconi, l’emittente
partigiana clandestina “Radio CoRa”. I nazisti in ritirata
facevano terra bruciata e gli accumulatori presenti nell’istituto
permisero il prosieguo delle trasmissioni nonostante la distruzione
delle centrali elettriche.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">Per
tutti questi motivi, pensiamo che sia non solo giusto ma doveroso
intitolare un'aula del Plesso a una figura così importante eppure
così poco conosciuta tra la comunità accademica, ritenendola
archetipo dei valori costituzionali e fulgido esempio morale e civile
e di abnegazione per gli ideali.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">Chiediamo
che il Consiglio di Dipartimento faccia proprie queste motivazioni e
si adoperi nelle sedi opportune all'intitolazione dell'aula.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">firmato</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">I
rappresentanti degli studenti del Consiglio del Dipartimento di
Chimica</span></div>
ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-1371109064064652272013-10-07T11:03:00.000+02:002013-10-07T11:03:11.068+02:00Mi dispiace, pensavo fosse uno studente [FALLACIE LOGICHE]Una nota professoressa mi invia questo messaggio: "Mi dispiace sembra che il suo numero sia identico a quello di uno studente."<br />
È un invito implicito a smettere gli studi? Non lo so.<br />
Però Le giuro che la prossima volta non entrerà nel merito delle discussioni e le liquiderà in modo stizzito mi farò sentire.<br />
...<br />
Mal sopporto le fallacie logiche, impariamo insieme a individuarle e smontarle.<br />
http://www.fallacielogiche.it/index.php<br />
http://www.anticatechismo.it/cms/piccolo-manuale-di-umanesimo-ateo/ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-41267661695595831832012-12-01T16:27:00.003+01:002012-12-01T16:27:51.688+01:00Alogeni, Calcogeni, Pnicogeni, e poi?Ci sono gli alogeni.<br />
Ci sono i calcogeni.<br />
Ci sono gli pnicogeni.<br />
E poi? Come si chiamano gli elementi del gruppo 13 (IIIA) e del gruppo 14 (IVA)? Fatemi sapere se lo sapete!Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-64684391564521085402012-10-30T11:29:00.004+01:002012-10-30T11:29:49.586+01:00FENT.MO nelle lettere, nelle mail, nelle intestazioniStamani tra un impegno e un altro mi sono fissato a trovare il significato all'abbreviazione FENT.MO in una mail che mi è stata inviata per conoscenza. Mi sentivo ignorante, così ho fatto la mia ricerchina.<br />
<br />
Ho chiesto consiglio ad una delle più savie persone ch'io conosca, e il savio mi disse di ricercare nel vocabolario un aggettivo e poi costruirne il superlativo assoluto. (cosa assai sensata)<br />
Devoto-Oli 2003: nessuna parola che cominciasse per "fent"... e allora?<br />
<br />
E allora era semplicemente un errore di battitura. Sulla tastiera QWERTY le lettere F e G sono adiacenti, e tra una distrazione e un'altra è possibile. La posizione dell'attributo è adattissima ad uno scambio FENT.MO - GENT.MO, anche perché un'altra abbreviazione, GENT.MA, precedeva il Nostro.<br />
<br />
Grazie al Savio che illumina la mia giornata.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-20660372690930260102012-10-18T21:03:00.004+02:002012-10-18T22:07:28.330+02:00Come uscire eliminare cancellarsi insomma LEVARSI DI CULO da Google plus oppure G+<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
PROPRIO stasera l'azienda Google, col chiaro intento di battere Facebook per gli amici Facebukk(ake), ha deciso di sana pianta, SENZA CONSULTARE GLI UTENTI del proprio servizio gmail, di ISCRIVERLI in massa a questo social network.</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
Bene, mi sono sentito stuprato. Per poco non mi stavo per spostare DEFINITIVAMENTE su <a href="http://www.autistici.org/it/index.html">Autistici/Inventati</a>.</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
Visto però che sono un sarchiapone (la cui definizione si trova sulla <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Sarchiapone">pagina di Discussione di Wikipedia</a> ma non sulla <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Sarchiapone">pagina di Wikipedia</a> apposita...) e agisco per legge del minimo sforzo, ho posticipato la mia dipartita dai servizi Google e aiuterò voi tutti a rimanerci ancora un altro po'...</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: center;">
<span style="font-size: x-large;"><b>GUIDA A</b></span></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: center;">
<span style="font-size: x-large;"><b>COME CANCELLARSI OVVERO</b></span></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: center;">
<span style="font-size: x-large;"><b>ELIMINARSI DA GOOGLE + / PLUS</b></span></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: center;">
<span style="font-size: x-large;"><b>mantenendo intatto il proprio account Gmail</b></span></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: center;">
(sull'uso sconsiderato di "ovvero" vedere <a href="http://www.scritturaprofessionale.it/articoli/abolire-ovvero%20-%20saggio.htm">Giovanni Acerboni</a>)</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
I passaggi sono semplicissimi:</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
1)Loggate con il vostro nuovissimo (pwak!) profilo Google + (né più né meno il vostro account Google...)</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
2)Cliccate sulla vostra immagine o sull'avatar color Avatar (è azzurro uguale) se non avete immagini;</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
3)Cliccate account ovvero profilo;</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
4)Andate giù giù per la pagina fino a SERVIZI</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
5)Cliccate "Elimina profilo e rimuovi funzioni sociali associate" (sta al fianco di "Elimina profilo e funzioni sociali)</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
6)Selezionate "Elimina i contenuti Google+" cliccando sul cerchietto eventualmente vuoto (deve diventa' blu!)</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
7)Comprendete che l'operazione di eliminazione del servizio non può essere annullata e che i dati che eliminerete non potranno più essere ripristinati? Bene, allora SPUNTATE QUELLA CAZZO DI CASELLA. (comparirà una V) </div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
8)Infine "Rimuovi i servizi selezionati".</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
Alla fine comparirà una simpatica schermata di questo tipo.</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-beADC6b5KLs/UIBSS4qGWmI/AAAAAAAAADs/7JM5AN7qDSI/s1600/ultimostep.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://3.bp.blogspot.com/-beADC6b5KLs/UIBSS4qGWmI/AAAAAAAAADs/7JM5AN7qDSI/s640/ultimostep.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
C'è scritto "Perché i social network fanno cagare e io sono una persona tradizionale al limite del luddismo".</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
EDIT: se la vostra inettitudine supera di gran lunga quella dell'utente medio di internet (della serie scrivete "modern" al posto di "modem" e provate ad accendere il computer con quell'oggetto a forma di pedale chiamato mouse) potrete SUBIRVI questo video: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=0WRQ3A3qugM">http://www.youtube.com/watch?v=0WRQ3A3qugM</a> </div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
Per carità di Baal, davvero utile. Ma NON ASCOLTATE LA CANZONCINA. D: D: D:</div>
<div style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">
<br /></div>
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;">Buon divertimento. </span>ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-80103092128521964892012-01-08T13:07:00.004+01:002012-01-08T14:24:44.458+01:00Enrico Berlinguer nel 1974 in campagna referendaria divorzista<!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if !mso]><object classid="clsid:38481807-CA0E-42D2-BF39-B33AF135CC4D" id="ieooui"></object> <style> st1\:*{behavior:url(#ieooui) } </style> <![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--><p style="font-style: italic;" class="MsoNormal">Questo post fa il "palo" ad un'opinione (<a href="http://www.uaar.it/news/2012/01/08/mio-sogno-eretico/">Il mio sogno eretico</a>) pubblicata sulle Ultimissime UAAR, i cui redattori ringrazio.</p><p class="MsoNormal"><b>Enrico Berlinguer, Padova, 7 aprile 1974</b><br />“Perché dunque si vuole togliere allo Stato italiano il diritto di legiferare sui casi di scioglimento del matrimonio? Si vuole forse uno stato tfeocratico, confessionale, che imponga a tutti i cittadini l’obbligo di osservare i precetti e i sacramenti di una religione? Si pone a questo punto un grande problema. L’Italia è giunta assai tardi all’unità nazionale anche perché fino a un secolo fa è esistito uno Stato Pontificio, un potere temporale che si estendeva su un vasto territorio della nazione, e che oggi la Chiesa riconosce esere un anacronismo. E perché mai, allora l’Italia di oggi, dopo che un Concilio ha dichiarato che la Chiesa non vuole più privilegi, viene considerato come una provincia soggetta a un regime speciale, quasi a un braccio secolare? Ecco un grande tema che deve interessare tutti coloro che, credenti e non credenti, vogliono essere cittadini d’una repubblica libera e sovrana, non anticlericale, ma neppure clericale.</p> <p class="MsoNormal">L’anticlericalismo si esprimeva nell’avversione alla Chiesa in quanto tale, nella derisione dei suoi principi e dei suoi riti, nel considerare nemico dei lavoratori il prete non meno del capitalista. Il movimento operaio italiano si è liberato da tempo di questo bagaglio, in un processo profondo che ha avuto per protagonista il PCI di Gramsci e Togliatti. Giungendo non solo a un atteggiamento di pieno rispetto di tutte le libertà religiose e di culto, ma al riconoscimento di una sovranità della Chiesa nell’ordine che le è proprio: e anche nell’ambito dell’articolo 7 della Costituzione, prestando peraltro particolare considerazione a determinate esigenze dell’esercizio del ministero della Chiesa in Italia. L’anticlericalismo è, dunque, un abito mentale che il movimento operaio si è buttato alle spalle. Ma proprio perché ha compiuto questa critica e questo superamento, esso ha tutte le carte in regola per opporsi e combattere, insieme a tutti i cittadini democratici credenti e non credenti, contro ogni ritorno dell’errore uguale e contrario, e cioè del clericalismo, che è la pretesa di imporre la fede con la forza della legge, e dettare le norme di condotta derivanti da una religione, obbligatoria per tutti, e di servirsi della Chiesa e della religione come strumenti di potere, facendo in pratica della religione cattolica una religione di Stato.”<br /><br /><b>Enrico Berlinguer, Via Teudala, Roma, 10 maggio 1974, appello su RAI Uno</b><br />“Il popolo italiano, nella sua saggezza, si è resoconto che ci sono stati due modi di fare la campagna del referendum.<br />Da una parte coloro che chiedono di votare No all’abolizione della legge sul divorzio – e fra questi ci siamo anche noi comunisti – hanno cercato di darvi una informazione accurata e onesta sui contenuti veri della legge, sulle conseguenze benefiche che essa ha avuto per un certo numero di coniugi infelici e per i loro figli, sulle testimonianze, tutte favorevoli, dei giudici che hanno applicato la legge da tre anni in qua. Abbiamo fatto appello, e lo facciamo anche stasera, alla vostra capacità di ragionare e al vostro spirito di solidarietà umana. Dall’altra parte, coloro che chiedono di cancellare la legge: a quante bugie, a quante falsificazioni hanno fatto ricorso! Menzogne sulla legge, dati statistici inventati, ricorso a frasi false o mutilate di Marx e di Togliatti, calunnie sulle posizioni nostre e di altri. E promesse dell’ultima ora, e dunque anch’esse bugiarde.<br />Per confondere le cose sono arrivati a dire che il 12 maggio si vota pro o contro il comunismo! È la trovata di Almirante o di qualche altro, ma che cosa c’entra? Ma a chi vogliono darla a bere?</p> <p class="MsoNormal">Ma hanno fatto anche di peggio. Hanno cercato di mettere paura, profetizzando l’apocalisse e speculando sui sentimenti più delicati e gli affetti più cari.<br />Dei giovani parlano come di incoscienti, pronti a sposarsi e a separarsi per puro capriccio. Questi falsi moralizzatori hanno la più completa sfiducia nelle risorse morali e nella serietà dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Anche per questo diciamo ai giovani: votate No.<br />Degli anziani parlano soltanto come “Nonni” e “Nonne”, cercando di far dimenticare le tribolazioni che hanno sofferto, ieri, come operai, come contadini, lavoratori, come emigrati, e che soffrono, oggi, come pensionati. E alle persone anziane si chiede di negare ai loro figli, ai loro nipoti, la possibilità di avere una legge che ha il solo scopo di permettere di rimediare all’eventualità di un matrimonio sbagliato o sfortunato: eventualità mai augurabile, ma che può verificarsi. Per questo noi diciamo agli anziani di votare No.<br />Delle donne, gli esponenti [<span style="font-size:10.0pt">NdR una dimenticanza, non so se nel discorso o nella trascrizione del giornalista:</span> anti]divorzisti hanno parlato come se fossero degli esseri inferiori, una sorta di animali domestici, ai quali si incute il terrore di essere abbandonati, quasi che le donne non avessero una loro personalità, una loro dignità, diritti pari agli uomini. Per questo noi alle donne diciamo di votare No, di votare contro coloro che le considerano soltanto un serbatoio di voti, quegli stessi che si sono sempre opposti a tutte le loro rivendicazioni di uguaglianza nei diritti e nella posizione economica e sociale.</p> <p class="MsoNormal">Ma il fatto più vergognoso è il modo in cui certi esponenti antidivorzisti si sono rivolti ai bambini. In certi asili e istituti hanno messo nelle tasche del grembiule di fanciulli di cinque o sei anni volantini intimidatori e provocatori in cui sono giunti a spaventarli a tal punto che essi sono tornati a casa piangenti, ripetendo ai genitori la menzogna che era stata messa in testa loro, e cioè che dopo il 12 maggio, con la legge sul divorzio, sarebbero stati abbandonati dal papà e dalla mamma.<br />Quale infamia ingannare in questo modo i nostri piccoli e calpestare in questo modo la loro innocenza! Bisogna votare No contro tutti questi impostori che sono ricorsi a metodi indegni.<br />L’inganno maggiore è quello di cercare di far credere che si tratta di votare pro o contro l’unità della famiglia. L’unità della famiglia è un bene prezioso, chi non lo sa? Questo è un bene che si preserva e si consegue, innanzitutto, con una generale politica di riforme economiche e sociali – mai fatta sinora – che combatta le cause che sconvolgono o che comunque possono turbare la serenità e l’unità delle famiglie: la disoccupazione e l’emigrazione, la crisi dell’agricoltura, la mancanza di abitazioni decorose per molti lavoratori, le difficoltà sempre più gravi del bilancio familiare, l’insufficienza delle pensioni minime per i vecchi lavoratori, la carenza di asili nido e di scuole materne, la grave situazione in cui è stato ridotto tutto il sistema scolastico italiano: e la diffusione di un costume e di modelli di vita ispirati all’egoismo, alla violenza e al conformismo.<br />Perché privarci di questo diritto civile?<br />Ricordiamoci sempre che quando viene negato o compromesso un qualsiasi diritto di libertà, quando si compie un atto di intolleranza e di sopraffazione, si apre la strada ad altre prepotenze, a insidie e a minacce contro altri diritti civili, contro altre libertà: diritti e libertà sindacali, di pensiero, d’informazione e di stampa, di associazione: e crescono i pericoli per l’insieme delle nostre istituzioni.<br />Ecco dunque i motivi per i quali anche il Partito Comunista invita i suoi iscritti ed elettori, invita i lavoratori e i cittadini di ogni ceto sociale e di ogni fede politica e religiosa, tutti gli italiani che amano la libertà, a votare No il 12 e 13 maggio.”</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-84020833850730553212011-08-23T00:23:00.004+02:002011-08-23T12:51:06.532+02:00L'ICI e gli enti ecclesiastici italianiRisposta a <a href="http://www.questaelasinistraitaliana.com/2011/il-vaticano-non-paga-lici-prima-di-condividere-su-facebook-piccole-informazioni-per-esseri-pensanti/">questo</a>.
<br />
<br />Premetto: pratico poco le leggi.
<br />
<br />
<br />1. Sono esenti dall'imposta:
<br />[...]
<br />i) gli immobili utilizzati dai soggetti di cui all'articolo 87, comma 1, lettera c), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni*, destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all'articolo 16, lettera a), della legge 20 maggio 1985, n. 222**.
<br />
<br />*1. Sono soggetti all'imposta sul reddito delle persone giuridiche (NdR: IRES): [...] c) gli enti pubblici e privati diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciali[...]
<br />**16. Agli effetti delle leggi civili si considerano comunque:
<br />a) attività di religione o di culto quelle dirette all'esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all'educazione cristiana;
<br />b) attività diverse da quelle di religione o di culto quelle di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura, e, in ogni caso, le attività commerciali o a scopo di lucro.
<br />
<br />
<br />Quindi...
<br />Sono esenti dall'ICI gli immobili utilizzati da "enti pubblici/privati diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto escluivo o principale l'esercizio di attività commerciali" destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività dirette "all'esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all'educazione cristiana".
<br />
<br />
<br />Gli immobili utilizzati da un ente 1)non società, 2)residente in Italia, 3)non principalmente commerciale, non soffrono l'Ici se destinati esclusivamente allo svolgimento di quelle attività.
<br />Questo però è in palese contraddizione con: «2-bis. L'esenzione disposta [qui sopra], si intende applicabile alle attività indicate [qui sopra] che non abbiano esclusivamente natura commerciale.»
<br />Sa pure un bimbo che dedicarsi esclusivamente ad un'attività e non dedicarsi esclusivamente ad un'altra attività sono due cose diverse. Ecco un disegno esemplificativo:
<br /><a href="http://1.bp.blogspot.com/-v5lUABR5kXY/TlLY7Jm44wI/AAAAAAAAADo/xM1YazgLtnY/s1600/esclusivamenteattivita.GIF"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 651px; height: 512px;" src="http://1.bp.blogspot.com/-v5lUABR5kXY/TlLY7Jm44wI/AAAAAAAAADo/xM1YazgLtnY/s400/esclusivamenteattivita.GIF" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5643811793751565058" border="0" /></a>Se in quella lettera di quel comma si fa riferimento alle attività gialle, nel 2-bis si riferisce sia a quelle gialle che a quelle verdi.
<br />Il 2-bis contraddice fortemente cosa c'era scritto all'inizio, ma il 2-bis pretende che quello che leggevamo prima va letto con... parole diverse! È il "non esclusivamente commerciale" che subordina le "attività esclusive" di cui sopra.
<br />È giusto che il Commissario europeo per la concorrenza apra un'ennesima procedura di infrazione finché non si faccia chiarezza.
<br />
<br />
<br />
<br />Tralasciando l'applicazione della norma, procedo con un discorso più ampio.
<br />Anche se fosse un pretesto, la valutazione delle obiezioni va fatta nel merito della questione. Io sono totalmente in disaccordo a non far pagare l'ICI per gli immobili dedicati "all'esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari [NdR: proselitismo], alla catechesi, all'educazione cristiana". Sarebbe un finanziamento extra ai culti che non concepisco.
<br />Se gli immobili fossero dedicati soprattutto ad altro, come le attività di cui sopra ("attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive"), ben venga l'esenzione, indipendentemente dal soggetto IRES (che può essere pure ecclesiastico) che li utilizza.
<br />Inoltre andrebbe aggiunto al 2-bis, dopo "non esclusivamente" anche "non principalmente" commerciale.
<br />
<br />Poi su altre poche cose non sono d'accordo, per esempio che la CCAR proclami incessantemente Gesù Cristo al mondo intero è parecchio discutibile.
<br />Come è falso l'argomento a catena, per cui se tolgo gli aiuti di Stato alla CCAR devo levarli a tutte le Onlus: non è vero, li lascerei solo a chi veramente ha un'utilità sociale.
<br />Se la CCAR inoltre è più misericordiosa delle Onlus bisogna vedere: si parla della media delle Onlus? si tratta di proporzioni o di valore assoluto? si confronta la CCAR con le Onlus espressamente dedicate alla misericordia, alla carità e alla solidarietà? Perché così la frase non ha senso.
<br />
<br />Lascio una considerazione finale: pretendere che lo Stato sia laico non ti fa né di destra, né di sinistra. Per coerenza, però, un liberale dovrebbe essere fortemente contrario a queste esenzioni ripetute. Togliatti & co., invece, diedero ripetuta prova di fregarsene della laicità, sacrificandola per motivi tattici e strategici. [es.: <a href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/togliatti/articolo7.htm">link1</a> e <a href="http://www.fisicamente.net/MEMORIA/index-957.htm">link2</a>, che inizia uguale ma poi si differenzia] Senza considerare i post-comunisti e i post-post-comunisti, e i post-post-post-...
<br />ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-23434942872761128622011-07-14T11:59:00.002+02:002011-07-14T12:03:55.555+02:00Considerazioni intorno agli Statuti degli Atenei e ai princìpi di civiltà<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.gazzettadellavoro.com/wp-content/uploads/2010/04/Universit%C3%A0-di-Firenze-concorso-Direttore-Amministrativo.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 500px; height: 368px;" src="http://www.gazzettadellavoro.com/wp-content/uploads/2010/04/Universit%C3%A0-di-Firenze-concorso-Direttore-Amministrativo.jpg" alt="" border="0" /></a>Vi ricordate la Legge Gelmini? La riforma del sistema universitario contro la quale tantissimi studenti sono scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso? <p>Ecco, quella legge impone pesanti modifiche allo statuto delle università. Cos’è questo statuto? È un super regolamento che ogni università adotta in cui vengono disciplinati l’organizzazione e il funzionamento della medesima università.</p> <p>C’è tanto da confrontarsi e da discutere, ma in questa sede tralascerò di proposito gli aspetti più pratici e scottanti, soffermandomi invece su pochi princìpi e istruzioni che dovrebbero essere condivisibilissimi al giorno d’oggi ma che spesso non trovano esplicita menzione in questi documenti. Che non mi si taccia di voler nascondere i fatti operativi, critici e di necessaria modifica (perché prevista dalla legge) allo statuto, ma è indispensabile aggiornare i princìpi generale affinché essi si conformino agli attuali princìpi di civiltà.</p> <p>1)È importante che ogni università pubblica faccia riferimento alla laicità delle istituzioni nello statuto: l’imparzialità rispetto a differenti coscienze, religioni e pensieri e l’autonomia dagli enti confessionali è cruciale nell’istruzione, nell’insegnamento e nella ricerca che devono essere liberi da qualsiasi subordinazione diretta o indiretta.</p> <p>Per l’Università degli Studi di Firenze [prendo essa perché lì frequento] si può aggiungere la parola “laico” prima di “pluralistico” al comma 2 articolo 1 (“[L’Università] afferma il proprio carattere pluralistico, indipendente da ogni condizionamento religioso, ideologico […]”). Non suona meglio “laico, pluralistico e indipendente”?</p> <p>A tal proposito mi duole ricordare cosa successe all'inaugurazione dell'anno accademico 2010-2011 (<a href="http://www.uaar.it/news/2010/11/21/universita-di-firenze-val-bene-una-messa/">link</a>), ma è una brutta prassi che, almeno dal 1993, va avanti in questo modo (<a href="http://www.uaar.it/news/2006/01/30/firenze-universita-inaugura-cardinale/">link</a>). Sfruttare la mailing list di Ateneo (di TUTTI: docenti, personale tecnico-amministrativo, lettori, studenti, etc.) per pubblicizzare/invitare ad un evento religioso, che si tiene in concomitanza con l’inaugurazione dell’anno accademico magari è gentile, ma è ancor più confessionale e assolutamente non laico.</p> <p>2)Per pari opportunità [d’ora in avanti: P.A.], ormai, non si intende più esclusivamente la parità tra uomo e donna (in quanto uomo e in quanto donna), ma di tutti gli esseri umani che non devono essere discriminati. Vincolarsi all’esclusiva discriminazione relativa al sesso senza ampiamente sviluppare il rifiuto di qualsiasi discriminazione è in un certo senso un privilegio, in contrasto con lo stesso principio delle P.A., come se il sessismo fosse una discriminazione più grave, e.g.., dell’omofobia o dell’antisemitismo.</p> <p>A un certo punto del nuovo statuto a Firenze comparirebbe, tra le finalità dell’Università, la “realizzazione delle P.A., anche di genere, in ogni aspetto della vita accademica, promuovendo azioni positive atte a rimuovere ogni discriminazione”. Apprezzo l’intento di voler segnalare che le P.A. siano “non solo di genere” (una mia interpretazione), ma è veramente poco chiaro. Si può scrivere per esteso “P.A., senza distinzione alcuna per ragioni d'età, di sesso, di orientamento sessuale, d'identità di genere, di disabilità, di origine etnica, nazionale o sociale, di coscienza, di religione, di opinione, di lingua, di censo, di ricchezza, di nascita o di altra causa o condizione, promuovendo […]”. Mai essere avidi di parole quando c’è da stabilire un principio troppo spesso calpestato.</p> <p>3)Anche i vincoli quantitativi sulla rappresentanza (le quote rosa) di una sola categoria, che si ritiene a torto o a ragione discriminata, in automatico produce una discriminazione verso tutte le altre categorie: sarebbe un privilegio immeritato concesso alle donne e non, e.g., agli omosessuali o agli ebrei. Quale merito particolare avrebbero le donne rispetto a un disabile nel trattare di P.A.? Sarebbe in ogni caso assurdo uniformare la rappresentanza in modo da “farci entrare tutti”: metà uomini e metà donne; un quarto omosessuali, un quarto etero, un quarto bisex e un quarto asessuati; metà giovani e metà vecchi; etc. Inoltre non è detto che un uomo non possa essere adatto a trattare delle P.A. per le donne, e questa situazione non è malvista, come molti credono (mi viene in mente lo spot di “Se non ora, quando?” in cui il ministro delle P.A. era uomo e il ministro dell’economia donna…).</p> <p>Sempre a Firenze ma penso anche da altre parti, si sta delineando un Comitato per le P.A.. Il difetto principale è che si propone di promuovere le P.A. solo tra i lavoratori, come se gli studenti non ci fossero in Università. Per questi ultimi rimarrebbe solo il Garante dei diritti, ma nonostante la professionalità di chi suole ricoprire questo incarico egli/ella si può esprimere solo “su istanza”, potrà cioè esclusivamente esprimersi su questioni poste dagli studenti (e non solo) e non può (a differenza del Comitato) promuovere, proporre e verificare senza istanza.</p> <p>Altra critica legittima è l’orientamento di questo Comitato, tutto incentrato sull’”efficienza delle prestazioni” del personale, come se la garanzia delle P.A. si facesse non perché è giustizia e civiltà, ma perché dal non tutelarle ne conseguirebbe un calo prestazionale! Su questo però c’è poco spazio di manovra poiché il ministro Brunetta ha preteso questa impostazione. L’unico modo per uscirne sarebbe un Comitato parallelo che si occupi non solo di vita lavorativa, ma di vita accademica in senso più ampio possibile.</p> <p>4)C’è un’ultima questione che mi pare grave e quindi mi sembra giusto segnalare. Ai miei bei tempi (cioè anni ’90/albori del 2000) ci insegnavano che le razze umane non esistono, qualcuno diceva: “la razza umana è unica”, ma se essa è unica allora è anche inutile classificarla in razza. Salvo contesti fantasy (elfi, nani, gnomi, etc.) gli esseri umani non hanno razza, e infatti gli stessi biologi (correggetemi se sbaglio) utilizzano altri termini come “specie”, “popolazione”, etc., e “razza” viene usato esclusivamente quando l’uomo stabilisce dei particolari accoppiamenti per favorire alcuni caratteri invece che altri (razze canine, equine, bovine).</p> <p>Nello statuto di Firenze è scritto che il comitato P.A. garantisce “l’assenza di qualunque forma di discriminazione, relativa […] alla razza” vuol dire implicitamente affermare l’esistenza di più tipi di razze (umane)! È proprio sbagliato com’è scritto, ed è totalmente differente dallo scrivere “combattiamo il razzismo” (che esiste!) o “le discriminazioni razziali” (che esistono!), ma si parla di discriminazioni “relative” alla razza, come se queste discriminazioni avessero la scusante dell’esistenza delle razze! Il termine va abolito, per una proposta di modifica si può fare come ho proposto poco sopra (le P.A. per esteso), così da includere tutti. I giuristi potrebbero giustamente replicare che il termine “razza” è scritto nella Costituzione italiana nello stesso modo, che addirittura all’ONU si parla di discriminazioni “basate/fondate sulla razza”, il ché è ancora peggio perché se sono basate/fondate sarebbero comprensibili, o peggio ancora giustificabili. Faccio notare però a questi cittadini che questi documenti risalgono a tanti anni fa (Costituzione: ’48; Dichiarazione dell’ONU sull’eliminazione di ogni forma razziale: ’63) e sarebbe il caso di aggiornarsi, visto che la legge e il linguaggio giuridico sono sempre adatti al passato, ma spesso non reggono il correre dei tempi.</p> <p>Concludo con un pensiero: c’è da rabbrividire che la formazione delle persone di una certa età si è fermata a prima di molte rivoluzioni scientifiche (tipo l’abolizione del concetto di razza), e solo chi ha dovuto studiarle perché è il proprio settore o è onesto con se stesso conosce la questione.</p> <p> </p> <p>Sempre a vostra disposizione, non mi piacciono le osservazioni a senso unico: è meglio che se ne discuta insieme!</p>ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-45448285809672694572011-04-02T21:37:00.001+02:002011-04-02T21:46:49.217+02:00<div style="text-align: center;"><iframe title="YouTube video player" src="http://www.youtube.com/embed/0dGPluAFOFk?rel=0" allowfullscreen="" width="640" frameborder="0" height="510"></iframe><br /><br /><br /><p style="font-weight: bold;">“Questo pezzo è dedicato ad Eluana Englaro. Alle persone che con mancanza assoluta di rispetto hanno gridato, hanno sentenziato e mosso gli animi dell’ignoranza per meri scopi elettorali, invocando falsità in nome di una morale pseudo-cattolica priva di qualsiasi senso in questo caso specifico. A volte il silenzio è l’unica cosa che si vuole e si chiede al mondo.”</p> <p style="font-weight: bold;"><span style="font-size:180%;">IL SENSO</span></p> <p>Riesco a vedere solo il vuoto dei tuoi occhi ormai<br />Ma non è paura<br />E’ un lento scivolare via il tuo, è un’esile speranza<br />Ma non è paura<br />Un silenzio freddo e lungo diciassette anni qui<br />Tra queste bianche mura<br />Voglio il rispetto per una scelta presa da me per me<br />Io guscio vuoto<br />Voi smorfie di dissenso<br />Io fredda macchina<br />Che scivola sul tempo<br />E poi il silenzio<br />Prese il sopravvento<br />Il mattino arrivò urlando<br />Io son sempre pronto<br />Un istante di lucidità<br />Respira respira<br />Il petto che si gonfia<br />Lo scorrere del tempo<br />Nell’attimo di tregua il senso<br />E poi il silenzio<br />Prese il sopravvento<br />Il mattino arrivò urlando<br />Io son sempre pronto<br />Un istante di lucidità<br />Respira respira<br />Il petto che si gonfia<br />Lo scorrere del tempo<br />Nell’attimo di tregua il senso<br />Respira respira respira<br />Vivo qui all’inferno privo di qualsiasi dignità<br />E tu non hai una cura<br />Non sento nessun dio qui non sento nessun perdono<br />Solo le vostre paure<br />Sognavo una vita normale<br />Ma qui di normale c’è<br />Solo il ticchettio di una macchina che mi permette di respirare<br />Voglio il rispetto per una scelta presa da me per me<br />Io guscio vuoto<br />Voi smorfie di dissenso<br />Io fredda macchina<br />Che scivola sul tempo<br />E poi il silenzio<br />Prese il sopravvento<br />Il mattino arrivò urlando<br />Io son sempre pronto<br />Un istante di lucidità<br />Respira respira<br />Il petto che si gonfia<br />Lo scorrere del tempo<br />Nell’attimo di tregua il senso<br />E poi il silenzio<br />Prese il sopravvento<br />Il mattino arrivò urlando<br />Io son sempre pronto<br />Un istante di lucidità<br />Respira respira<br />Il petto che si gonfia<br />Lo scorrere del tempo<br />Nell’attimo di tregua il senso<br />Respira Respira Respira<br />Splendida mi saluterà<br />L’alba che<br />Non vedrò più<br />Io non ho mai chiesto niente<br />Io non ero nulla per voi ne’ così doveva essere, per sempre<br />Io non so chi siete voi, lupi che ringhiate sul tempo che non ho<br />E poi il silenzio</p><br /></div>ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-47771404995091508682010-12-22T22:26:00.001+01:002010-12-22T22:28:27.792+01:00Ho fame di cultura!Un giorno di sciopero, un dispiacere essere arrivato tardi e non aver coinvolto altre persone.<i><br /><br />Sono uno studente in mobilitazione (come tantissimi) contro la Riforma Gelmini dell'Università, i tagli indiscriminati del Governo, e per l'Università pubblica, più libera, di massa e di qualità rispetto a quella attuale di baroni, marchesi e visconti.<br /><br />Con molto ritardo mi appresto anche io allo sciopero della fame, aderendo all'appello "ABBIAMO FAME DI CULTURA" del Coordinamento K5 - Studi Orientali della Sapienza di Roma.<br />Più motivazioni mi portano a questa forma di protesta, poco conosciuta dai giovani e spesso guardata con sollazzo e riso, come se avesse meno dignità di una manifestazione o altre forme di protesta.<br />1)Prima di tutto prendo le distanze dalle modalità in cui è degenerata la manifestazione di Roma il 14 dicembre scorso. Non mi riconosco in quella forma di protesta, non appartiene al mio agire politico e mi gira pesantemente il cazzo quando l'attenzione pubblica dalla manifestazione e dai contenuti venga dirottata alle foto della devastazione, ai salti onirici dei giornalisti nel passato, al gioco "trova l'infiltrato" con sequele di video e immagini. Sono studente e devo studiare, devo ottimizzare il tempo che ho e pretendo che quel poco che faccio raggiunga quante più persone possibile. Non vengo in piazza perché mi diverto, oppure perché è uno spazio di condivisione o di aggregazione. È anche quello, ma non principalmente: in piazza siamo tutti a rivendicare il diritto allo studio, alla formazione, alla ricerca, al lavoro, ad una vita dignitosa. Nel caso degli studenti anche a proteggere l'attuale Università e farla diventare una vera Università 1)pubblica, 2)libera, 3)di massa e 4)di qualità, senza baroni neri, rossi, gialli o a pois.<br />2)La Riforma Gelmini dell'Università è uno dei peggiori documenti prodotti negli ultimi 20 anni in questo ambito, partendo dalla riarticolazione degli organi d'ateneo passando al fondo per il merito, dall'abilitazione scientifica nazionale alla figura del ricercatore. C'è tanto su internet, ne parlano tutti, ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Contemporaneamente gli studenti elaborano proposte, princìpi e linee guida, ma ritengo che non sia compito nostro essere "tecnici della legge" per la nuova Università.<br />3)Mentre il governo da una parte si chiede se "è stata spiegata male" la Riforma ai ragazzi (in realtà noi giovani prendiamo in mano i documenti e li studiamo), dall'altra taglia il fondo di finanziamento ordinario alle università (finanziaria 2008) e il diritto allo studio (stabilità 2010). Non sono bruscolini, sono risorse ingenti in meno, per il fondo si tratta di quasi il 20% e per il diritto allo studio (mensa, alloggi, servizi aggiuntivi), dopo una proposta sconsiderata del 90%, il taglio si è fermato al "solo" del 50%. Tutti quei soldi erano necessari, non erano sprechi. Questo governo così facendo sconfessa gli <a href="http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html" target="_blank">artt. 9</a>, <a href="http://www.governo.it/Governo/Costituzione/1_titolo2.html" target="_blank">33 e 34</a> della nostra Costituzione.<br /> 4)Visto inoltre il clima natalizio, </i><i>bisogna raccontare ai bimbi che "Babbo Natale è in crisi" e che "gli elfi sono quasi tutti cassintegrati"! È</i><i> necessario dare un segnale forte contro il consumismo delle feste e di regali, luminarie e botti di fine anno. Voi che ne spendete, sappiate: quei soldi sarebbero potuti servire al rifinanziamento della ricerca - e quindi del vostro benessere - e del futuro dei vostri figli, invece di sperperarli o, perché no, invece di fare generiche offerte votive al culto dei miei stivali che è arcinoto e strarisaputo che non le utilizzerà principalmente in solidarietà ai poveri. A tal proposito è al contempo scandaloso e ridicolo che lo Stato laico spenda più in finanziamenti e privilegi ad un particolare culto che in ricerca e sviluppo, oppure che non utilizzi quei fondi direttamente per i meno abbienti senza passare per l'"intermediario metafisico".<br /><br />Non vogliamo morire di fame per scelte sbagliate non nostre, pretendiamo un reinvestimento del futuro, della ricerca, dello sviluppo e del lavoro. Partite da noi, siamo gli unici a farvi uscire dalla vostra crisi!<br />Facciamo fronte comune contro un governo anticostituzionale, senza seri progetti di sviluppo e assolutamente privo della benché minima lungimiranza e saggezza, che noi cittadini dobbiamo pretendere da chi prende in mano le redini del Paese!</i><br /><br /><br /><i>Roberto Amabile, Firenze</i>ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6606221049385573426.post-86108704191841127342010-02-27T09:31:00.003+01:002010-02-27T10:03:28.085+01:00Rettifica sull'idrazina - rinazinaTempo fa chiesi ad una professoressa quale fosse il nesso tra l'<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Hydrazine">idrazina</a> N<sub>2</sub>H<sub>4</sub> e la decongestione nasale. Sapete, quella pubblicità <span style="font-style: italic;">Idrazina Spray Nasale</span>? Bene.<br />Non mi capacitavo come una specie <span style="font-style: italic;">corrosiva</span>, <span style="font-style: italic;">tossica</span> e <span style="font-style: italic;">cancerogena</span>, utilizzata nei razzi vettori degli Space Shuttle in orbita e negli esplosivi, possa portare beneficio alle mucose... magari ti libera anche il naso, ma intanto ti provoca edema polmonare e non so quanto questo naso decongestionato possa servirti più.<br />Mi immagino già alla camera ardente: "Senza muco è più affascinante!"...<br />Ne sconsiglio tale utilizzo, anche come esplosivo per i medesimi effetti collaterali dell'idrazina (vedi sopra).<br /><br />Ciò che viene usualmente scambiato per idrazina (<a href="http://www.google.it/#hl=it&source=hp&q=idrazina+spray+nasale&btnG=Cerca+con+Google&meta=&aq=f&oq=idrazina+spray+nasale&fp=df74719df4b2360a">googolare per credere</a>) è in realtà la rinazina spray nasale (<a href="http://www.youtube.com/watch?v=cSZMyPBiEZI">spot</a>), nient'altro che <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Naphazoline">nafazolina</a> nitrato C<sub>14</sub>H<sub>14</sub>N<sub>2</sub><sup>.</sup>HN0<sub>3</sub>:<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.scbt.com/it/images/gels/110308.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 300px; height: 300px;" src="http://www.scbt.com/it/images/gels/110308.jpg" alt="" border="0" /></a><br /><br />Quanto è fallace la nostra mente. Non so quale artificio inconscio m'ha fatto associare l'idrazina alla rinazina (e lo fanno in tanti, eh!), chiedero al compare psicologo che dice.<br />Contemporaneamente sconsiglio anche la rinazina, farmaco che porta innumerevoli controindicazioni (tra i più comuni annoveriamo l'assuefazione: non ne puoi fare a meno) e a tal proposito indico <a href="http://forum.alfemminile.com/forum/chirurgie/__f35893_chirurgie-Dipendenza-da-rinazina-spray-nasale.html">questa discussione</a>.ΔΙΩRAMAhttp://www.blogger.com/profile/09838128269002197175noreply@blogger.com0