Disclaimer Benaltrista

da memegenerator.net
se l'autore si fa noto, gli stringo personalmente la mano

TL;DR:
rinchiudetevi in casa. Siete irrecuperabili.
Si farà a meno di voi.

Se siete quei personaggi che sfoggiano tutta la propria vis polemica trattando con sufficienza i vostri interlocutori, di quelli che non entrano nel merito delle questioni ma, dall'alto della vostra saccenza acquisita per studi accademici/dono divino/mandato popolare, liquidano le discussioni come inutili ben prima di sentire le ragioni della controparte... questo articolo non è per voi. Voi del "non vedo il problema", voi dalla crassa indifferenza: chiudete questa pagina. Se leggete solo per alimentare la vostra boria pur di dire che ciò che avete letto non andava scritto perché bisognava dedicarsi a "ben altro" - suggerendo tra le varie cose la stupidità dell'autore nel suo dedicarsi a quisquilie - fate attenzione che questo approccio potrebbe ritorcervisi contro un giorno di questi: sia mai qualcuno vi facesse notare che è una perdita di tempo andare in giro a dire a tutti che quello che fanno è una perdita di tempo.

Un avviso, invece, per tutti gli altri: quando il vostro avversario passa dall'oggetto del contendere a un giudizio sulla contesa, è evidente che l'avversario si qualifichi per la sua tracotanza: pur di ottenerne un proprio tornaconto o anche solo soddisfare la propria vanità, vuole sia sottrarsi dalla disputa, sia uscirne trionfante con certezza...
Un momento! Quale considerazione avreste di un atleta che vuole vincere a una competizione senza partecipare? Bene, riservate la stessa considerazione a questo tipo di persone.
Su cosa fare dell'oggetto del contendere sta a una valutazione del pubblico che vi legge o vi ascolta. Se il pubblico è recettivo, smascherate la pochezza del vostro avversario e tornate in argomento, un po' come l'atleta che dà sfoggio delle sue qualità a prescindere dalla competizione. A questo punto non solo l'avrete già vinta perché siete gli unici partecipanti, ma avrete l'inestimabile opportunità di arricchire delle vostre considerazioni un auditorio predisposto. Se invece vedete che il pubblico è già disinteressato alla questione e vuole buttarla in caciara, tiratevi un pizzico al ventre e, come l'avversario è passato dall'oggetto del contendere a un giudizio sulla contesa, passate dal giudizio sulla contesa a quello sulla persona. Ormai le possibilità di un confronto costruttivo sono già perdute, ma non c'è motivo di uscire anche voi perdenti dalla disputa.

Il giudizio sulla persona sembra una cosa complicata, nella stragrande maggioranza dei casi riuscirete a discernere se il vostro avversario è un mentecatto o un disonesto. Se siete davvero incerti, fategli capire che siete nel dubbio se dargli dell'ignorante o del malizioso: è probabile che sia tutt'e due, ma lasciate che sia la controparte a spiegarlo. Qui il post si chiude rimandando con circolarità al paragrafo introduttivo, non prima però di scomodare Schopenhauer:
«[...] la disputa, come attrito di teste, è spesso di reciproca utilità per rettificare i propri pensieri e anche per produrre nuovi punti di vista. Ma i due contendenti devono essere pressoché pari fra loro per erudizione e intelligenza. Se uno è privo della prima, allora non capisce tutto, non è au niveau. [NdΔ: non è allo stesso livello di "padronanza" dell'argomento] Se gli manca la seconda, allora il rancore che ne sorge lo istigherà a cose sleali e ad astuzie, o alla villania.» ["L'arte di ottenere ragione", Piccola Biblioteca Adelphi, traduzione di Nicola Curcio e Franco Volpi, 1991]

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