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7 operai della Thyssen come i 7 fratelli Cervi

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Dice bene Saverio Tommasi che agli operai che licenziano non si picchia . Eppure è successo ancora una volta, "procedure di mobilità" per 550 lavoratori e sferzate di manganello . Sembra passata una vita 3 anni fa. Di allora sono rimaste queste considerazioni, integrate con qualche suggerimento stilistico da alcuni compagni, ma rigettandone i tagli di contenuto. I 7 operai di Torino hanno lottato contro un mostro più grande di loro, come i 7 fratelli Cervi nel '43: allora si chiamava "nazione", ma in realtà era "fascismo"; adesso lo chiamano "mercato", ma è "capitalismo". Uno scroscio di applausi vale più di mille parole . Lo stesso stanno facendo i loro confratelli lavoratori, che hanno la fortuna/sfortuna di dover soffiare il vento ancora. Non lasciamoli soli. Anche il numero, che serve a quantizzare un evento o una descrizione, spesso evoca fatti e paragoni inattesi. [NdΔ: dati di 3 anni fa] In Italia sono 1.040.000 gli in

Me ne vado

Premessa: mia sorella ora ha una cagna. Ci pensa solo mio padre però. Vedi quindi il padre e la cagna andare a spasso, a farsi compagnia a vicenda e non capire chi è il più solo dei due. Me ne vado. Hanno già trovato modo di sostituirmi. Per un coniglio, un roditore. Da toporobby a quasi topo, tristezza. Allora abbandono i litigi, le alzate di voci, le urla, i vittimismi che ti permettono di vincere una discussione in modo scorretto. Le incazzature, i mezzi pianti e le lacrime inutili. Io mio padre devo trattarlo da handicappato qual è, non è in grado di tenere una discussione. Io solo col ragionamento, tentando di essere più imparziale possibile e ammettere gli errori dove sono stati o comunque dove non so se ci sono stati ma con probabilità, regalandomi il beneficio del dubbio. E lui invece ad affrontare le discussioni con il sentimento, le passioni, che per quanto possano essere nobili e per quanto possa affrontare con sacrifico questa vista di merda che gli

L'invidia del dado

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dedicato a Pasquale, Luca, Alessio, Francesco, Marco Non diventi grande quando ti paghi la casa da solo. Non diventi grande quando fai una lavatrice. Né diventi grande quando hai troppe responsabilità e impegni. O quando ti trovi a scegliere quale promessa puoi mantenere. Quando lavori in modo dequalificante. Né quando il tuo orizzonte di speranze si ferma all'altroieri. O quando l'universo ti odia e tutti sono complici, te compreso. Diventi grande sconfitto nella sacra virtù dell'invidia, che tutto coglie e tutto muove. Quando vuoi qualcosa ma non ce l'hai, e invece di desiderarla con tutto te stesso ti rassegni. Grandissimo è quel monaco svuotato di qualsiasi brama. Diventi grande quando ti si spengono gli occhi a vedere dadi poliedrici, solidi platonici che hanno riempito metà della tua esistenza rotolando. Diventi grande quando gli stessi dodecaedri simmetricissimi, che tutto muovono e tutto colgono (vedi prologo ), li osservi con distacco. Questa et

La rivincita dei fratelli Mattei

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EDIT : un pensiero particolare a Claudio, Dea, Lorenzo (ero convinto di averlo scritto) A 70 anni dal sacrificio di Gianfranco Mattei mi premeva scrivere qualcosa. In verità molto poco di quanto meriterebbe. Forse gli effetti sono eccessivi, ma il video ha il pregio di essere autoesplicativo e unisce immagini difficilmente reperibili, una biografia chiara e anche alcune considerazioni che non sapevo. Ringrazio quindi Eleonora Giordano per la composizione. (la formula finale è per il metodo di bisezione?) Lascio a ognuno le proprie considerazioni. Intanto c'è la proposta di intitolare a Teresa e Gianfranco Mattei la Casa dello Studente di Val di Rose a Sesto Fiorentino (FI), proprio dove adesso c'è la didattica di Chimica e il Dipartimento. Segnalo inoltre che il Dipartimento di Chimica "Ugo Schiff" propone all'unanimità al Senato Accademico dell'Università degli Studi di Firenze di intitolare un'aula a Gianfranco Mattei nel Plesso D