La città vecchia: credo dell'oppio

Penso che questo blog chiuderà i battenti fra non molto, tante le cose che ho da URLARE!
Intanto premetto che l'idea di metterci AD prima di ΔΙΩRAMA mi è venuta pensando alla locuzione Ad maiora, che si traduce pressappoco come "a cose ancor più grandi!". Una formula di augurio che posso fare a tutti quanti, chi più, chi meno. Nella connotazione inter procula, "tra i boccali", è un augurio a successi futuri nella carriera. No, il senso mio non è quello: "a cose ancor più grandi!", che il caso giri i dadi con più decenza a tutti quanti voi. Proseguo con una produzione scritta in classe.

La città vecchia: credo dell'oppio

PARADIGMI DI VITA DIASSOCIATA
SFATTORI DI PROMOZIONE D'IDENTITÀ

a chiunque con affetto
ambito: qualsivoglia


"Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi,
una bimba canta la canzone antica della donnaccia
quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia. [...]"

Dio disse: -Il centro sarà abitato dai miei gregari, i miei funzionari, i miei seguaci, i miei burocrati-.
E fu.
Dio disse: -Il circondario sarà abitato dai parassiti di questi-.
E fu.
-Ai restanti le briciole ai bordi-.
E fu...

"E se alla sua età le difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l'esperienza
dove sono andati i tempi di una volta per Giunone
quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione."

Dio disse: -Le infanti fin da sùbito saranno abituate al mestiere, per i miei seguaci-.
E fu.

"Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino
quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino
li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno
a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo.[...]"

Disse: -Chi farà illazione sia rapito dall'oppio-.
E fu.

"Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere
per dimenticare d'esser stati presi per il sedere
ci sarà allegria anche in agonia col vino forte
porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte."

-E nell'oppio saranno piacevolmente illusi-

"Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone
forse quella che sola ti può dare una lezione
quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie [censurata: specie di troia]
quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie. [alla tua gioia]"

-Che l'oppio si estrinsechi in più forme, e che si rivolgano ad esso con sprezzante ipocrisia-.

"Tu la cercherai, tu la invocherai più di una notte
ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette
quando incasserai delapiderai mezza pensione
diecimila lire per sentirti dire "micio bello e bamboccione"."

-...e non avranno il senso della misura-.

"Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli
In quell'aria spessa carica di sale, gonfia di odori
lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano
quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano."

-Fuori di lì concentreranno la propria barbarie-.

Fu. A Dio basta una mossa, una voce per levare un Cristo dalla croce.
Dio può.
Vi chiedete ancora chi sia questo Dio. È un Dio che esiste e a cui non credo: il Dio quacchero, il Dio puritano; un Dio così intrinsecamente avverso al vizio, così intrinsecamente ligio al dovere.
Il Dio degli Inglesi ha conquistato il mondo. Ha seminato discordia e raccolto guerra. E converte tutti noi, perfino progetta e struttura "chi-vive-dove".
E non è solo un arido "abitare", bensì un più ampio condizionamento sul "vivere": il piccolo individuo sprofonda nell'immensità del suo quartiere. Che sia illuminato dai raggi del sole del "buon" Dio o meno.
Chi avrà da dissentire sull'operato del Dio sarà sedotto e poi rapito dall'oppio e da tutte le sue manifestazioni: un oppio più materiale, un oppio che può consumarsi in un atto come il sesso o il ladrocinio, un oppio più metafisico o teologico, come può essere una fede politica o religiosa, a guisa di illusione gioconda. Questio Dio, desideroso di darsi nome: capitalismo.
Uccide la fraternità, l'eguaglianza è sfatata, la libertà è soppressa. Questa piaga nelle cervella non si cura: i nostri modelli sono ricchi, patinati, carismatici; e già vediamo con occhio guardingo e circospetto chi è povero, brutto, rozzo. Troppo facilmente il pària ci risulta malvagio, dimenticandoci la sua condizione di e-marginato, di dis-eredato... Un filologo accorto noterebbe che questi due aggettivi "negativi" [per la mentalità divina] derivano da ben precisi verbi, e sono di forma passiva... I pària sono stati emarginati, sono stati diseredati dalla volontà divina. Perché allora inveire nei loro confronti e, per esempio, definirli "ladri" e mai averli visti rubare con le banche?
È inutile che vi doni una "verità", perché le verità sono dolci illusioni: sia se vi inventi un futuro utopico, come le dottrine socialiste, sia se ve lo crei dopo la morte, come fa quel diuncolo che promette la felicità, che non può niente sul materiale, che è solo sovrastruttura, überbau, del vero ed unico Dio capitalismo. Nell'attesa della fine del Dio, che - se vorrete - potrete accelerare o decelerare, l'unico mio invito è questo, e spero lo accettiate unanime: non guardate alla periferia con sdegno, ma con umana pietà, con amore, come realtà da affrontare!

"Se tu penserai, se giudicherai
da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni più le spese
ma se capirai, se li cercherai fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre FIGLI
vittime di questo mondo."



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